Quel compromesso felice

I compromessi, nella vita, non riscuotono mai troppi consensi. Siamo troppo orgogliosi per scendere a patti: lo facciamo solo se all’orizzonte appaiono grossi vantaggi da riscuotere. E’ il caso della nuova Roma zemaniana, per metà boema e per metà casereccia.

Sarà un caso, ma nelle ultime tre partite sono arrivate altrettante vittorie. Cosa è successo? E’successo che la difesa applica un po’ di meno il fuorigioco nei pressi del centrocampo, che quando sono in difficoltà Marquinhos e compagni buttano via il pallone senza vergognarsi e che i calciatori più dotati, vedi Totti e Pjanic, godono di un’anarchia tattica impensabile fino a qualche tempo fa per il maestro di Praga.

Poi, nella fase offensiva, alcune trame che hanno fatto divertire le piazze di mezza Italia sono ben riconoscibili: le verticalizzazioni profonde, l’intesa travolgente del trio Balzaretti-Totti-Florenzi sulla sinistra, sprazzi di Tachtsidis e i movimenti di Destro. Un cocktail vincente tra equilibrio e spettacolo; una sintesi tra lo Zeman più vero e la diligenza tattica di un gruppo di atleti vaccinati al campionato nostrano. Il boemo non lo ammetterà mai e proverà forse un po’ di ripulso nel constatare questo di fatto. Ma intanto la Roma vince e il compromesso si consolida…