RISULTATO A OGNI COSTO – «Il Brasile aveva una squadra fantastica – ricorda in una conferenza stampa lo specialista delle punizioni con traiettorie impossibili -, riconosciuta in tutto il mondo, e ovunque andiamo la gente ricorda quel team del 1982». «Se avessimo vinto quella partita – prosegue – il calcio probabilmente sarebbe stato differente. Invece, dopo di allora cominciammo a mettere le basi per un calcio nel quale bisogna conseguire il risultato a qualsiasi costo, un calcio fondato sulla distruzione del gioco avversario e sul fallo sistematico». «Quella sconfitta – dice ancora Zico – non fu positiva per il mondo del calcio. Se quel giorno avessimo segnato cinque reti, l’Italia ne avrebbe segnate sei, perché trovavano sempre il modo di capitalizzare i nostri errori».
MUSCOLI E CORSA – Zico critica infine l’eccessiva fisicità del calcio moderno: «Il Brasile è una terra fertile per i calciatori, ma dobbiamo cambiare la mentalità nelle squadre giovanili dei club. Sono sicuro che se facessi oggi un provino per una squadra, sarei scartato perché troppo poco prestante. E basso di statura».
[Corriere.it]