Top e flop della 14a giornata di Serie A

Massimiliano Allegri

I migliori e i peggiori della 14a giornata di Serie A. Allegri imbriglia alla grande la Juve e porta il Milan fuori dal tunnel, agevolato anche dall’ingenuità di Isla che ha ‘indotto’ all’errore Rizzoli.

 

TOP

Massimiliano Allegri: dopo essere stato sulla graticola una settimana sì e l’altra pure, si prende una bella rivincita battendo nientemeno che la Juve capolista. Ingabbia Pirlo, rispolvera campioni finiti in contumacia (vedi Robinho) e ne ‘traveste’ altri in perenne difficoltà (Boateng da finto nove). Azzecca tutte le mosse ed è giusto riconoscergli i meriti dell’impresa, che in un colpo solo rilancia il Milan e rinsalda la sua posizione in panchina. A meno che la formazione, come sostengono i maligni, non l’abbia fatta Berlusconi durante la visita a Milanello…

Josip Ilicic: dopo 13 giornate nell’anonimato, risorge proprio nell’appuntamento più atteso dai tifosi palermitani. Affonda il Catania, già colpito dal sempre eccellente Miccoli, con una doppietta ‘ambidestra’ che suona come una liberazione. In attesa di capire se può tornare sui livelli di due stagioni fa, riceve la palma di uomo derby. E non è poco.

Ludovic Biabiany: con l’Inter deve avere un conto aperto dopo la sua cessione. Quando vede i nerazzurri si esalta. Ripete la prestazione monstre della scorsa primavera e stavolta ridicolizza, o quanto meno ridimensiona un certo Juan Jesus, che non lo vede mai e si fa puntualmente saltare dall’imprendibile ala francese. In poche parole, un’ira di dio.

 

FLOP

Mauricio Isla: assieme all’altro cileno Vidal è stato il più disastroso nella serata incolore della Juventus a San Siro. L’ex Udinese ha l’aggravante di essere lo sfortunato protagonista dell’episodio che di fatto regala la vittoria al Milan. Riesce a far sembrare rigore un rigore che in realtà non è, saltando in maniera scomposta sul colpo di testa di Nocerino. Curiosamente è stato proprio lui ad ‘aiutare’ Rizzoli a sbagliare. Per il resto è stato irritante nei 45 minuti in cui è rimasto in campo, prima che Alessio lo abbia saggiamente sostituito.

Archimede Morleo: si fa cacciare (forse in maniera anche severa, ma la sua ingenuità resta) dopo cinque minuti e costringe il Bologna a giocare una partita intera in inferiorità numerica. Un handicap troppo grande, che i felsinei hanno pagato con una sconfitta che altrimenti avrebbero magari potuto evitare.

Ricardo Alvarez: era la sua grande occasione e l’ha sfruttata male. Senza Cassano e con Sneijder fuori rosa, Stramaccioni gli ha concesso finalmente una maglia da titolare ma la fiducia non è stata per nulla ripagata a dovere. A Parma si sono visti tutti i suoi limiti: lento, macchinoso e prevedibile. Viene sempre più spontaneo chiedersi se i ritmi del calcio italiano possano essere compatibili con quelli alla camomilla dell’argentino.