Da Bilica a Melo, il filo conduttore. Lo sapevate?
Elazigspor-Galatasaray. Minuti finali. Fallo da rigore di Muslera, espulso. Sostituzioni finite per Terim: cosa fare? Chi mandare tra i pali per ipnotizzare il tiratore avversario? In questi casi, anche il più ottimista degli allenatori pensa che la frittata sia fatta e che la partita sia compromessa. Allora la decisione viene presa da chi se la sente, da chi ha il fegato di raccogliere i guanti del portiere e piazzarsi sulla linea di porta.
Ieri, in Turchia, lo ha fatto Felipe Melo, vecchia conoscenza del calcio italiano. Indossati i guanti, indossata la maglia di Muslera. Tutto pronto, qualche passo in anticipo, che tradisce il suo non essere portiere, il tuffo sulla destra e il pallone che non entra. Con esultanza “da cagnolino” annessa. Grandi feste e vittoria per il Galatasaray. Favoloso! Subito il gesto di Melo fa il giro del mondo. D’altronde sono quelle storie che riconciliano con il gioco del calcio.
A molti seguaci del calcio italiano sarà venuta in mente subito un’immagine simile. Siamo a San Siro, si gioca Milan-Venezia: sul dischetto c’è Shevchenko. In porta c’è Fabio Bilica, brasiliano difensore del Venezia senza infamia e senza lode. L’ucraino tira, il “Meazza” si gela. Bilica l’ha messa in angolo! Spulciando qua e là tra tabellini, rose, curriculum, è venuta fuori una curiosità interessante. Indovinate dove gioca attualmente Fabio Bilica? Ovviamente nell’Elazigspor, squadra che ieri era avversaria del Galatasaray di Felipe Melo. Proprio così! Che il brasiliano abbia un influsso particolare in queste situazioni? Se due indizi fanno una prova…