Combine: Rivera nei guai per Napoli-Milan del ’78
Potrà sembrare ironico il fatto di sentir parlare, adesso, di combine risalenti alla fine degli anni ’70, tempi decisamente non sospetti per quanto riguarda lo scandalo del calcioscommesse che sta sconvolgendo il nostro calcio attuale. E invece no, si parla di pura e semplice realtà, ammessa soltanto 34 anni dopo, ma che potrebbe comunque avere i suoi effetti. La confessione arriva da Antonio Juliano, ex capitano del Napoli: “Nella stagione ’77/’78, all’ultima giornata, affrontammo i rossoneri al San Paolo. Con un pareggio, ci saremmo qualificati entrambi per la Coppa Uefa. Per questo incontrai Rivera e Albertosi, prima del match. Decidemmo per il pareggio e, dopo aver spiegato tutto ai miei compagni, facemmo finire la partita 1-1″. Parla così, quindi, l’ex bandiera partenopea, davanti a Stefano Palazzi durante il convegno “Il calcio tra regole, lealtà sportiva ed interessi (criminali?)“.
Poi, continua Juliano, raccontando la sua storia a “La Gazzetta dello Sport“: “A un certo punto perdevamo (rete di Bigon al 74’ ndr) e gli altri mi dicevano: ‘ma come? Ci hai detto che avremmo pareggiato…’. Allora io andai da Albertosi e gli ricordai che avevamo fatto un patto e che non capivo perché non lo stessero rispettando. E lui replicò: ‘capitano, ma che devo fare se io mi sposto a destra e i tuoi mi tirano la palla addosso?’ Questo mi disse”. Poi arrivò la svolta. “Angolo al 90’, Vinazzani che è uno che di gol di testa in carriera non ne ha mai fatti, va in mischia e firma il pareggio. E tutti eravamo felici: più di tutti i tifosi“.
La combine, per certi versi, ebbe i suoi effetti già da subito: Albertosi finì in manette, il Milan venne spedito in serie B e il suo presidente, Felice Colombo, venne radiato. Bisogna vedere cosa succederà dopo questa confessione, che tira in ballo anche Rivera, attuale presidente del settore giovanile e scolastico della Federcalcio. Giancarlo Abete, che più volte ha parlato di codice etico per chi riveste ruoli rilevanti in ambito calcistico, potrebbe essere costretto a sollevare Rivera dalla sua carica, se la versione di Juliano dovesse essere confermata.
Nel frattempo, è arrivata la risposta di Rivera in persona: “Se il pareggio ci qualificava entrambi, allora non c’era nemmeno bisogno di parlarci. Francamente non mi ricordo molto bene. Però capitava che si parlasse tra di noi prima di una partita, poi però ognuno giocava la propria”