Ma, ora che ho servito la sua colazione alla mia coscienza, posso tranquillamente affermare di non aver mai visto peggior venditore di se stesso. Prendiamo come esempio di una lunga serie di “stravaganze” l’ultimo episodio: Cagliari-Roma. Chiunque abbia un minimo di confidenza con il regolamento calcistico, sa benissimo che la sconfitta a tavolino di Conti e compagni è più che lecita. Oltre ad aver provocato il danno, il 56enne ha dato vita a uno spettacolo folcloristico di cui poteva senza ombra di dubbio fare a meno. “Se la Roma vuole i tre punti, al ritorno gli buchiamo le ruote del pullman e glieli regaliamo”, una frase che racchiude alla perfezione il personaggio Cellino e che non è la sola uscita ieri dalla sua bocca.
Perché questo mio accanimento? Semplice: sono convinto, e chiaramente al 99% mi sbaglierò, che il nostro calcio non cresca proprio per colpa di questi personaggi. Se c’è l’intenzione di costruire nuovi stadi, di modificare la vergognosa distribuzione dei diritti tv, di porre fine alla sudditanza psicologica dell’intero ambiente nei confronti dei “big”, è necessario che chi sta dietro dia l’esempio. Comportarsi come l’opposizione politica italiana è controproducente: è finito il tempo in cui si premiano coloro i quali sbraitano con maggior forza. Vogliamo l’innovazione? Dimostriamolo coi fatti. Altrimenti, cari istrioni, cari fenomeni da baraccone, cari mangia allenatori, cari autolesionisti, tenetevi pure questo calcio e sguazzate pure in questo paese che per esseri come voi rappresenta l’ambiente ideale. Il Cagliari è mal visto dal palazzo? Per forza…