Lo Schalke può festeggiare: Olympiakos battuto
L’Olympiakos prova a sognare e si presenta a Gelsenkirchen con gli stessi undici che hanno deriso il Montpellier, ma essi hanno ordini diversi: Greco fungerà, se il caso lo richiede, da centrocampista aggiunto alla solida coppia Maniatis–Modesto e Abdoun e Paulo Machado dovranno confermarsi voraci ali per servire all’onnipresente Kostas Mitroglou succulenti palloni.
Stevens conferma il suo 4-2-3-1, ma cambia due interpreti: rientra Kyriakos Papadopoulos contro la sua ex squadra, quindi Höwedes scala terzino al posto di Uchida; mentre il temibile Draxler rileva Ibrahim Afellay sulla fascia sinistra.
SCHELKE POCO CINICO: I GRECI RESISTONO. La Veltins Arena è gremita e, sugli spalti, un chiassoso settore rosso fuoco risponde al tifo della maggioranza dello stadio colorata di blu. Lo Schalke gioca bene: contiene le sortite degli ospiti, lasciando a Unnerstall i soli rischi delle uscite aeree, e attacca con tanti uomini e in maniera intelligente. La difesa greca, se pressata, inizia a traballare ed è rea di chiudersi troppo (in una linea comunque ben strutturata) e di lasciare libero lo Holtby di turno di tirare indisturbato. Il numero 10 tedesco centra in pieno la traversa nei primi minuti. Dalla mezz’ora, l’Olympiakos si fa più pimpante (non che non ci abbia provato anche prima) e mette i brividi ai tifosi di casa, quando si trova ad attaccare con quattro attaccanti allineati, ma il cross di Abdoun risulta troppo lungo per tutti. Da lì parte il ribaltone che porta Draxler a fare la barba al palo. Se lo Schalke fosse stato più freddo in zona gol, avrebbe potuto condurre già nel primo tempo. Dall’altra parte c’è un Olympiakos cauto, che tenta di liberarsi dalla museruola che gli avversari gli hanno ben stretto sul muso dall’inizio della partita.
QUALIFICAZIONE CENTRATA. Nel secondo tempo la sostanza della gara non cambia: lo Schalke attacca, mentre l’Olympiakos tenta di graffiare in contropiede. La retroguardia tedesca moltiplica la sua attenzione e tiene d’occhio sia le fasce (dove Abdoun e Machado non riescono a trovare spazi), sia la zona centrale, in cui dominano Papadopoulos e Matip. La difesa greca si infoltisce con il passare dei minuti, cosicché per un periodo di tempo si gioca a una sola porta, anche se di rado viene inquadrata. Jardim si rende conto di non poter andare avanti a mo’ di riccio e prova a dare la scossa con un centrocampista offensivo come Fuster, ma i risultati non sono quelli sperati. Al contrario, al 77′ i padroni di casa trovano la rete con Christian Fuchs, che traccia una bella rasoiata da fuori area, sulla quale il fin lì perfetto Carroll potrebbe fare qualcosa di più, ma viene tratto in inganno dalla traiettoria beffarda del tiro, che rade le gambe di due difensori. Ordinaria amministrazione negli ultimi minuti, che vedono all’opera un Olympiakos disilluso e uno Schalke che può festeggiare.
SCHALKE 04 – OLYMPIAKOS PIREO: 1-0 (0-0).
Schalke 04 (4-2-3-1): Unnerstall; Fuchs, Matip, Papadopoulos, Höwedes; Neustädter, Jones; Draxler (89′ Barnetta), Holtby (71′ Pukki), Farfan; Huntelaar (90′ Marica). A disp.: Metzelder, Kolasinak, Escudero. All.: Stevens.
Olympiakos Pireo (4-2-3-1): Carroll; Holebas, Siovas, Manolas, Torosodis; Modesto (81′ Ibagaza), Maniatis; Paulo Machado, Greco (65′ Fuster), Abdoun; Mitroglou (74′ Djebbour). A disp.: Fejsa, Pantelic, Contreras, Megyeri. All.: Jardim.
Arbitro: Björn Kuipers (Olanda).
Marcatori: 77′ Fuchs.
Note: ammonizioni: Papadopoulos (S), Holebas (OP).