Il teSAUrizzato
Parentesi su Marco Sau, il piccolo tesoro che il Cagliari s’è ritrovato in casa.
Tesaurizzare: accumulare ricchezze. Termine che deriva dal latino thesaurizare, mettere da parte, riporre, e dal greco thesayros, tesoro. Quindi, mettere da parte qualcosa di prezioso, di valore, con la speranza che cresca o che possa servire in futuro.
E’ un po’ il riassunto della carriera di Marco Sau, giocatore del Cagliari nato nel 1987 a Sorgono in provincia di Nuoro, che fino alle 17.00 circa di ieri era un perfetto sconosciuto ai più. Ieri, però, il buon Sau ha deciso di farsi puntare i riflettori contro, segnando una doppietta all’Inter. All’Inter a San Siro.
Ma chi è Sau? Da dove arriva questo sconosciuto?
Marco Sau è un attaccante di 25 anni, alto poco più di un metro e settanta, nato e cresciuto in Sardegna, tra le giovanili di Tonara e Cagliari. Ma, cosa più importante, non è assolutamente uno sconosciuto.
Il campionato di Serie B è bello quanto ingiusto. Ingiusto perché non è visto da tutti, quindi le notizie arrivano in qualche modo filtrate alle orecchie di chi non ha il piacere o la possibilità di guardarlo. Nella scorsa stagione, visto il grande testa a testa tra Pescara e Torino, la presenza di una grande del calcio italiano come la Sampdoria e il richiamo mediatico che solo il personaggio e il gioco di Zeman possono avere, i nomi che sono “arrivati” alla maggioranza dei tifosi italiani di calcio sono stati quelli di Immobile, Bianchi, Insigne, Pozzi. Di Sansone, di De Luca, del Sassuolo o del Varese si è sentito parlare soltanto durante i play-off, per dire.
Ma in tutta onestà, durante tutta la scorsa stagione, chi è che aveva sentito parlare di Juve Stabia e della sua punta Marco Sau? Pochi, pochissimi.
Eppure Sau è stato uno splendido protagonista del campionato di B 2011/2012, arrivando secondo nella classifica cannonieri con 21 centri, dietro solamente al più famoso Ciro Immobile, che di gol ne ha fatti 28, ma davanti, per esempio, a Lorenzo Insigne, fermo a quota 18.
E, come se non bastasse, ha fatto uno dei gol più belli dello scorso campionato, quello messo a segno a Genova contro la Sampdoria. Come a dire, non proprio l’ultimo degli sconosciuti. Eppure.
Eppure ieri pomeriggio, quando con una sola finta ha messo a sedere tre quarti della difesa nerazzurra (portiere compreso) per poi depositare in rete il suo secondo gol di giornata, una buona parte dei tifosi nerazzurri si sono chiesti “E questo chi è?”.
“Questo” è Marco Sau, professione attaccante. 4 gol in 7 presenze in Serie A con il Cagliari, 21 gol in 36 presenze in Serie B con la Juve Stabia, 23 reti in 39 presenze complessive con il Foggia di Zeman l’anno prima. Un giovane prezioso che il Cagliari ha “messo da parte” (mandandolo in giro per l’Italia) per qualche anno, trovandosi ora un bel “tesoro” in casa.
E’ Marco Sau, un piccolo diamante che ieri ha accecato tutti. Ma solo perché è stata la prima volta che gli hanno puntato i riflettori addosso.