Alla ‘tedesca’, classico gioco di calcio infantile da giardinetti, era il gol che contava di più. A seconda dei parametri, valeva dieci, quindici o addirittura venti punti, nelle lectio più generose.
Distanziava, comunque, di molte lunghezze il colpo di tacco, saldo nella seconda piazza, e il gol in tuffo di testa, al terzo posto.
Quando lo facevi, pure se in porte delimitate da zaini, quelle che non si capiva mai se la palla era alta o era in rete e vinceva il carisma dell’autore del gol (“guarda che vale!”) più che una corretta perimetrazione, ti donava una sensazione di onnipotenza dura a svanire.
Parlo del gol in rovesciata. Il re dei gol.
Cos’è un gol in rovesciata? Un colpo ad effetto e basta. Ha lo stesso peso della rete a porta vuota. Praticamente, niente.Eppure, cos’è un gol in rovesciata? Il sogno di ogni giocatore. Il gesto destinato ad entrare negli annali.
Praticamente, tutto.
Domenica in Pescara-Juventus i bianconeri, nella loro scorpacciata, sono andati a segno per ben due volte con una rovesciata. Asamoah e Quagliarella gli autori delle prodezze.
Non succedeva da tanto, anzi, a mia memoria non era mai successo.
Due rovesciate nella stessa gara, roba da non crederci. Sei cresciuto, hai vissuto tanto calcio e gol meravigliosi, però l’effetto è sempre lo stesso: il gol in sforbiciata (usiamo un sinonimo, va) vale la pena di essere visto e rivisto.
Personalmente, le preferisco al vo
Nelle rovesciate ‘pure’ ne inserisco una allucinante di Van Basten: l’olandese, che pure stazza quasi un metro e novanta, si girò al limite dell’area e, vuoi la plasticità di ogni movimento del Cigno di Utrecht, vuoi l’impressione destata da una sagoma tanto lunga, resta forse la più elegante nella storia. E si perchè questo colpo è proprio dei giocatori bassi, invero: quelli che hanno un rapporto più facile tra busto e gambe. A parte qualche genio puro come il sopraccitato, o le anomalie della storia alla Ibra, che è pure più grosso del Cigno, ma ha una passato di circense, karateka e compagnia performante.
Certo, poteva piazzarne qualcuna pure qui a Napoli, ma non fa nulla. Noi abbiamo un giocatore migliore. Se non dicessi così la scena sarebbe tragica: hai avuto un rapporto con una donna per poco tempo, una donna più sensuale che bella, dal carattere difficile. Poi passa qualche mese e trovi l’amore. Eppure, c’è qualcosa di inevaso con la tua ex che ancora ti manca. La sorprendi, che ne so, mentre fa evoluzioni spaventose col suo attuale partner e tu, che pure hai la donna più bella e desiderata del mondo, ti senti di morire, perchè con te non le faceva. No, non va.
Perchè il Matador Cavani ne aveva segnata una, di rovesciata, che avrebbe fatto tremare il primato di Van Basten. A Barcellona, in un’amichevole di qualche estate fa. Annullata per fuorigioco inesistente. E vabbè che era calcio d’agosto, e che poi il Napoli ne avrebbe beccati cinque, da Messi e soci, ma la rovesciata supera le contingenze. Anzi, sapete che dico? Se valevano quelle segnate nella porta delimitata dagli zaini, e c’era il bullo che decideva se era alta o se era gol, quella rovesciata vale, eccome se vale.