Vincenzo Montella si sveglia: sono le 9 del mattino, Firenze è baciata dal sole e la classifica sorride. Prima di spararsi un bel caffè, il tecnico gigliato si ricorda che l’allenamento odierno era fissato per le 8:30. “Ma come? – si chiede – è da luglio che multo quel brufolone di Ljajic per i ritardi e adesso proprio io che dovrei dare l’esempio arrivo un’ora dopo il termine fissato?”. Ad un tratto l’illuminazione: il napoletano classe 74 spedisce il figlio Alessio sulla fascia, tra il divano e la tv di casa, e gli chiede un cross a rientrare sul primo palo. Incornata vincente e rete. Esultanza da amarcord con l’Aeroplanino e in due secondi, grazie al mezzo volante, l’ex Roma si ritrova all’Artemio Franchi. C’è Cuadrado, appena scritturato per la nuova serie della Famiglia Adams che fa le prove con il regista, ovviamente Pizarro. Aquilani piange per l’ennesimo infortunio, stavolta provocato da uno starnuto che finisce sulla testa di capitan Pasqual. Borja Valero posa per la copertina del settimanale “Mastro Lindo: igiene e pulizia per la casa”; Tomovic e Migliaccio fanno una gara di palleggi; Romulo cerca disperatamente la Lupa. Vincenzino chiede un traversone a Rodriguez, poi ci ripensa, chiama Jovetic e con l’ennesimo Aeroplanino rientra nel suo appartamento per dormire un’altra oretta.
Salendo un po’ più a Nord, precisamente a Milano, ristorante Giannino, si consuma un pranzo tra illustri personaggi. La tavolata, da destra a sinistra, è così composta: José Mourinho, Sulley Muntari, Daniele Bonera, Walter Gargano e Adriano Galliani. Il cameriere serve il vino, Mourinho lo assaggia e disgustato urla in faccia al povero ragazzo: “Sei un pirla! Questo vino fa schifo!”. L’innocente prova a replicare: “Ma signore, è un Brunello di Montalcino”. Il portoghese sbotta: “Come ti permetti? Io sono il più grande sommelier del mondo, se dico che non è buono c’è un motivo! E poi chi è questo brunello di Montalcino? Io conosco lui – indicando Muntari – che è un po’ brunello, ma Montalcino non so chi sia”. Desolato, il lavoratore si allontana. Al ché, prende la parola Galliani: “José, ti piacerebbe allenare il Milan l’anno prossimo? Abbiamo grandi progetti. Innanzitutto ti prometto che confermeremo Daniele – e fa segno a Bonera che ammicca con entusiasmo – come pilastro della difesa e se vuoi ti compreremo anche Walter (Gargano) per il centrocampo”. Il tecnico del Real Madrid umilia l’ad rossonero con la sua spocchia: “Io voglio solo grandissimi calciatori. Chi è Gargano? Chi è Bonera? Adriano, per favore, chiudi la bocca e non farmi più vedere quei denti gialli”. La situazione degenera: Gargano, inferocito per le critiche ricevute, entra a gamba tesa sullo Special One; Galliani scappa per la paura; Bonera prova a far salire la tavolata per mettere in fuorigioco gli incuriositi cronisti. Muntari, dimenticato da tutti, mima la scena del Titanic con una furba signora ungherese.
L’aria non è meno tesa a Vinovo, dove il caso del giorno si chiama Rubinho. Il portiere brasiliano, in conferenza stampa, sfoga tutta la sua rabbia per le scelte di Conte: “E’ scandaloso che un estremo difensore del mio livello debba scaldare la tribuna per gente come Buffon e Storari. Me lo dicano chiaramente cosa si nasconde dietro la vicenda”. Agli ordini di Carrera il resto del gruppo bianconero comincia la seduta di allenamento. Pepe fa un lavoro differenziato, per smaltire le tre partite in dieci giorni, mentre Giaccherini e Giovinco si scambiano le figurine dei Pokemon. Unico assente, Rubinho a parte, è Chiellini, opzionato dalla Walt Disney per interpretare il ruolo del Principe Azzurro nel film Biancaneve. Pogba corre al fianco di Bonucci, per fare progressi nella lingua italiana e imparare i verbi. Dopo un paio di giri, l’ex United capisce che è meglio seguire Lichtsteiner. Vucinic, col pigiama e le pantofole, si ferma dopo venti minuti e imbocca la via della camera da letto. Quando manca poco al termine della giornata lavorativa Conte, sbucato dalla tribunetta, per stuzzicare i suoi attaccanti lancia loro una sfida: potranno tornare a casa solo se segnano da 50 metri con la porta vuota. Alle 3 di notte, il tecnico leccese riceve una telefonata. E’ Federica Nargi, la fidanzata di Matri: “Mister, scusi l’orario ma sono preoccupata per Alessandro. E’uscito stamani per l’allenamento e ancora non è rientrato”.
E infine ci sono io, all’una di notte, che avendo smarrito per una volta argomenti buoni a creare un editoriale serioso, improvviso e la butto sul faceto. Spero di strapparvi qualche sorriso, perché in fondo il calcio è un gioco e non si può sempre parlare di offside, polemiche, violenza allo stadio e compagnia bella.