Roma si spacca e tifa
Ci sono giorni in cui ti svegli, guardi fuori dalla finestra e noti un cielo grigio che non promette nulla di buono. Ti alzi, accendi il pc, ti connetti, guardi le notizie dal mondo, bevi un caffè, poi fai rifornimento di forze e di voglia e vai a lavorare. Qualche battuta con i colleghi, qualche sfottò fantacalcistico, qualche preoccupazione, ma alla fine il giorno qualunque di un uomo qualunque passa, anzi vola, e va via.
Ci sono altri giorni, invece, in cui ti svegli e l’attesa è finita. Guardi fuori dalla finestra e non ti importa se il cielo sia grigio o di un azzurro limpido: è quello il tuo giorno, quello che aspettavi da tempo, e che finalmente è arrivato. Domattina, per molti sarà “quel” giorno. Per chi ama e vive di calcio, per chi sente sulla pelle le emozioni che la passione pallonara produce e regala, per chi condivide il brivido dell’esultare a ritmo di un dribbling, di un tiro al volo, di una parata, ma soprattutto per chi vive nella Capitale, quello di domani sarà il giorno dei giorni.
C’è in palio il trono di Roma: l’aquila attende la lupa per un altro match da brivido. La location è quella di sempre: lo Stadio Olimpico, tana storica sia dell’una che dell’altra; l’ora, però, è quantomeno insolita, e questo è un dettaglio non da poco. Si giocherà di giorno, in barba allo spettacolo, in barba alle emozioni che un derby, di sera, riesce a trasmettere. Questioni di ordine pubblico, dicono: eh vabeh, finché c’è di mezzo la sicurezza della gente nulla si può (e si deve) dire, anche se la domanda è lecita: c’è davvero questo rischio così grande? Mi spiego: vale la pena rinunciare a coreografie mozzafiato, a brividi in notturna, al fascino di un gran posticipo, per evitare battibecchi tra tifoserie che per anni hanno preso parte a derby serali? A quanto pare, la risposta è sì; evidentemente, hanno i loro buoni motivi.
Orario a parte, comunque, di spettacolo in campo se ne vedrà eccome. Il “killer in guanti bianchi” da una parte, come è stato spesso definito un certo Miroslav Klose, contro l’idolo indiscusso della Roma giallorossa, mister 219 gol in Serie A, Francesco Totti ovviamente. E poi, il rigore del generale Petkovic, al cospetto della disciplina dello storico Zeman, che torna a vivere un derby di livello dopo troppi anni di immeritata assenza. Due stili a confronto, due filosofie di pensiero diverse, ma unite da un’ambizione comune. Due tifoserie pronte a rivaleggiare sugli spalti, e a sbeffeggiarsi nei giorni a venire. Due squadre arrembanti, pronte a emozionare, e a dimostrare che nella Capitale, il derby, vale un’intera stagione.