MondoPallone Racconta… C’era una volta l’Imperatore
All’inizio dello scorso decennio bruciò le tappe di una carriera che si annunciava folgorante, grazie ad un fisico debordante e un sinistro micidiale. Adriano Leite Ribeiro, oggi, ha 30 anni e l’aspetto di un ex atleta. Ha appena lasciato il Flamengo per la terza volta. Siamo ai titoli di coda?
Bomber precoce
Eppure era cominciato tutto con i fuochi d’artificio nel 2000, quando un giovanissimo Adriano catturó l’attenzione di tanti osservatori a suon di gol da subito. Una prima punta tutta fisico e potenza, diversa rispetto al classico centravanti verdeoro tecnico ed elegante. Capace anche nel gioco aereo e con un cannone al posto del piede sinistro, esordisce col botto con il Flamengo nel 2000 realizzando una doppietta. Il ragazzino é talmente in gamba da arrivare in Nazionale a novembre dello stesso anno, debuttando nelle eliminatorie mondiali contro la Colombia.
Lo sbarco in Italia
L’estate successiva non sfugge alle mire dell’Inter e arriva in Europa. Si presenta ai suoi nuovi tifosi con una fucilata su punizione al Real Madrid, in amichevole.
Il primo periodo in nerazzurro lo vede chiuso da colleghi ben più acclamati e viene mandato in prestito alla Fiorentina, per trovare spazio. Fa intravedere le sue doti ma la Viola retrocede. A fine campionato l’Inter lo cede al Parma, dove comporrà un temibile tandem con Mutu (33 reti in due).
In seguito ai problemi economici dei ducali, il giocatore ritorna a Milano nel gennaio 2004. È un periodo felice per il bomber verdeoro, sia dal punto di vista realizzativo che da quello delle vittorie: oltre agli allori con la maglia nerazzurra, trionfa nella Copa América 2004 da capocannoniere (7 reti) e nella Confederations Cup 2005 con il Brasile. Nel 2006 prende parte al Mondiale segnando due reti nel torneo.
Milano addio
Tra gol, un altro prestito – molto positivo – al São Paulo e qualche comportamento contradditorio, l’esperienza a Milano termina clamorosamente ad aprile 2009: il giocatore non rientra da una convocazione in Nazionale e dal Brasile fa sapere di voler prendere una pausa dal calcio per motivi personali. Il contratto con l’Inter viene sciolto e in tanti affermano che Adriano ha ormai imboccato il viale del tramonto. Tuttavia pochi giorni dopo ufficializza il ritorno al Flamengo, si laurea capocannoniere del campionato nonostante i soliti problemi disciplinari. Si guadagna una nuova chance italiana, alla Roma. Un fallimento, a causa principalmente di guai fisici. Rimpatria al Corinthians e si fa male subito: rottura del tendine d’Achille.
Vizi e capricci
Durante la convalescenza continua la vita carica di eccessi: si fa beccare in discoteca dopo aver smesso lo stivaletto ortopedico, beve e mangia senza regole. Una volta guarito, la bilancia supera il quintale. Rientra e segna, ma dura poco. A marzo rescinde.
In estate torna nuovamente al Flamengo: un fuoco di paglia. I problemi personali continuano ad avere la meglio e siamo arrivati forse all’ultimo capitolo. Adriano ha comunicato la propria intenzione di non volersi più allenare con il club.
Ce la farà l’Imperatore a rianimare un percorso professionale tristemente destinato all’autodistruzione?
In bocca al lupo, campione.