Cronache dalla Russia: flop Zenit, di chi è la colpa?

Premettendo che la matematica tiene ancora in gioco lo Zenit San Pietroburgo, costretto comunque a battere Malaga e Milan fuori casa, la sconfitta di Bruxelles ha messo al tappeto anche le restanti speranze della squadra di Luciano Spalletti, sia per la Champions League, che per l’Europa League. I tifosi ci credono ancora, come  è giusto che sia, ma sono delusi dall’andamento di una squadra che aveva e che ha tutto per fare bene anche al di fuori della propria patria. Di chi è la colpa? Proviamo ad analizzare la situazione.

Cominciare la campagna europea con dei dissidenti nel gruppo non è stato un tipo di partenza felice, dato che il Malaga si è rivelato assieme al Borussia Dortmund la squadra di quarta fascia più forte del lotto. E’ altrettanto vero che gli arrivi di due top player strapagati come Hulk e Witsel all’ultimo giorno di mercato disponibile non era facile da assorbire velocemente da parte dello spogliatoio: sbagliata la strategia della società, che doveva operare ben prima, e dar modo al gruppo di modellarsi adeguatamente.

Da non sottovalutare anche le colpe di Luciano Spalletti: il cammino dello Zenit in Champions con lui, lontano dal Petrovskij, è eloquente, e ne avevamo già parlato a suo tempo. Al tecnico toscano viene accusato il mancato salto di qualità della squadra in campo europeo, ragione per la quale era stato chiamato al posto del traghettatore Davydov a fine 2009. Lo Zenit veniva da un periodo molto negativo, Spalletti ha saputo risollevarlo in patria, dove comunque aveva in mano una delle squadre più forti, ma fuori dai confini nazionali non ha raggiunto per ora il progetto di crescita tanto sbandierato dal presidente Dyukov e da Miller, proprietario della Gazprom.

Ma, alla fine, ad andare in campo sono i giocatori: privi di personalità fuori da San Pietroburgo, questo è un dato di fatto. Lo dimostrano i vari suicidi compiuti nel corso degli anni sui vari campi d’Europa.

Nonostante tutto questo è possibile sintetizzare la classifica del girone guardando soltanto Zenit-Milan 2-3. I rossoneri non meritavano i tre punti, ma li hanno conquistati e adesso possono fare corsa di testa per il secondo posto.

Ogni tifoso dello Zenit è concorde con questa analisi dei vari “colpevoli”, dividendo quindi equamente i meriti di questa delusione tra società, allenatore e giocatori: nonostante ciò, l’attaccamento alla maglia di qualsiasi tifoso biancoblu fa sì che finchè ci sarà un barlume di speranza, si crederà alla qualificazione. Ma, onestamente, adesso serve un miracolo, e il calcio è bello proprio perchè nulla è mai deciso fino alla fine.

Zenit-Malaga e Milan-Zenit. Nella prima sfida i “Meshki” potranno forse far conto su un Malaga con la testa altrove, anche se i tre punti bisogna sempre andarseli a conquistare. La trasferta a Milano appare decisamente più probante, tenendo presente che il Milan è in recupero, e che lo Zenit ha vinto soltanto una partita fuoricasa nella sua storia, 0-2 a Minsk nel 2008.