Serata di Champions, serata importante. Le stelle della massima kermesse europea, lo stadio abitualmente casa di Hellas e Chievo, un avversario duro da battere. Verona-Malmö è innanzi tutto un premio, alla compattezza e alla tenacia delle scaligere nella rimonta sul Birmingham. Erano i sedicesimi e allora si è parlato di “effetto Bentegodi“: da 0-2 a 3-0 nel giro di 120′. Non così bene è andato il ritorno degli ottavi, in una serata storta a livello di gioco e di concretezza. Il club veneto esce sconfitto nel punteggio, ma di sicuro a testa alta, lasciando alla sola Torres (Giovedì, in Romania) l’onere di rappresentare il nostro calcio nella Women’s Champions League 2012-2013.
COLPO A FREDDO. Nel primo tempo, il piano partita dello staff veneto sembra chiaro: non scoprirsi, macinare campo e gioco ma con la calma necessaria. La pazienza premierà, o almeno è ciò che si crede. Il terreno di gioco vede il Malmö abile e pratico negli aspetti più tecnici. Due tocchi e via, verso la compagna vicina, che solitamente ha fatto la sovrapposizione giusta. Il movimento senza palla delle svedesi è eccellente, mentre il Verona s’affida soprattutto alle vie centrali. È centrale la sstrada che molti passaggi filtranti vogliono percorrere, l’idea è mettere in difficoltà sulle palle basse i difensori ospiti. Girelli ha l’occasione giusta, ma a tu per tu con Helgadóttir si allunga troppo la palla. Non è un tiro imparabile né un legno colpito, l’occasione però è nitida. Il problema è che poco dopo le ragazze di Moberg passano: cross dalla sinistra, italiane in ritardo e Gunnarsdóttir di testa batte Öhrström, al 13′. Da lì, il piglio è diverso: il Bardolino accusa il colpo e balbetta per un po’. L’impegno e la lotta nella conquista della palla ci sono, Bachmann e compagne però sono più pronte sulla corsa. Servirebbe un gol, prima della pausa, il colpo della speranza e della riscossa, ma al riposo si va sullo ‘0-1.
ADDIO EUROPA. Volenteroso il Verona del secondo tempo. Cerca la giocata giusta, mancando tuttavia in lucidità, a causa dello stanchezza. Come nel primo tempo, la truppa di Longega non ha tempo per ragionare: a trafiggerla è il gol di Wilhelmsson, di nuovo di testa. Il minuto è il 57′ e ora la montagna da scalare cresce in altezza. A sinistra, la solita Bachmann è un fulmine. La maggior parte dei pericoli viene dalla corsia mancina, in un contesto in cui l’azione scandinava è sempre corale e propositiva. Il resto dell’incontro vede le gialloblù attaccare per l’orgoglio più che per altro e a segnalarsi sono le chance di Zorri e Gabbiadini. Calciatrici come Ørntoft e Bachmann fanno la differenza, sono di altra categoria. Certo – penserà qualcuno – resta il rammarico di un Verona provato dal big match di Domenica in campionato. Ha arbitrato la rumena Teodora Albon, 0-2 il finale.
VERONA-MALMÖ 0-2 (0-0)
Verona: Öhrström, Toscano, Karlsson, Di Criscio, Toselli (90′ Gelmetti), Gabbiadini (83′ Maceri), Zorri, Girelli, Pini, Dayane (63′ Mason), Squizzato. A disp.: Tasselli, Maffezzoni, Battocchio, Capelloni. All. Renato Longega
Malmö: Helgadóttir, Wilhelmsson, Ilestedt, Levenstad, Bachmann (89′ Thörnqvist), Ørntoft (71′ Fredriksson), Riley, Nilsson, Gunnarsdóttir (89′ Welin), Schmidt, Mittag. A disp.: Carlén, Anker-Kofoed. All. Peter Moberg
Arbitro: Teodora Albon (Romania)
Marcatrici: 13′ Gunnarsdóttir, 57′ Wilhelmsson
Note: Ammonite: Zorri (V), Wilhelmsson, Bachmann (M)