TOP
Andrea Stramaccioni: a lui la Juve porta davvero bene. Grazie alla vecchia Signora ha ereditato la panchina dell’Inter da Ranieri e poi le ha tolto l’alone di imbattibilità che durava da 49 partite. L’impresa dei nerazzurri allo Juventus Stadium è il suo capolavoro tecnico-tattico. A partire dalla scelta del tridente, che ha trasmesso alla squadra quel coraggio e quell’aggressività senza le quali partite del genere non si vincono. Consacrato.
Alejandro Gomez: quando è in giornata El Papu sa essere devastante come pochi. Buca due volte la Lazio nella prima mezzora, da ko tecnico. Non pago, serve a Barrientos il punto dell’umiliazione. Spietato.
Bojan Krkic: è un po’ il simbolo della rinascita del Milan. Il suo ingresso a Palermo aveva dato il via alla rimonta che ha restituito la fiducia smarrita ai rossoneri, nel 5-1 rifilato al Chievo viene promosso titolare e non delude. Anzi. Trova il primo gol in campionato ed è uno dei protagonisti della goleada. Andava solo aspettato.
FLOP
Paolo Tagliavento: bocciatura da condividere ovviamente con l’assistente Preti, che non vede il metro abbondante di fuorigioco di Asamoah in occasione del gol lampo di Vidal dopo 18 secondi. Il fischietto di Terni poi ci mette del suo, non espellendo il già ammonito Lichtsteiner dopo aver falciato Palacio. Ha bisogno del’ok di Orsato per assegnare il rigore, solare, su Milito. Nella ripresa non ammonisce chi deve ammonire e ammonisce chi non lo meriterebbe. Insomma, un disastro totale.
Stephan Lichtsteiner: mai così male da quando veste bianconero. Fuori partita e nervoso. Il più nervoso di tutti. Prima si becca il giallo per un intervento scomposto e pericoloso su Cambiasso, poi falcia Palacio in maniera del tutto scriteriata e viene incredibilmente graziato da Tagliavento. A ‘espellerlo’ ci pensa Alessio, che lo toglie immediatamente (eravamo solo al 37’) risparmiandogli una figura ancora peggiore.
Salvatore Aronica: gli bastano cinque minuti per fare i danni. Inserito da Mazzarri all’86’, nel primo minuto di recupero regala a Sansone la palla dell’1-1 con uno sciagurato retropassaggio. Leggerezza imperdonabile, che costa due punti molto pesanti al Napoli.