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Alla fine ha perso. O forse no

Fari puntati sul vero cardine del record juventino: Andrea Pirlo.

30 ottobre 20103 novembre 2012. Due anni esatti, eppure quasi nessuno ne parla. Due anni, ventiquattro mesi, 53 partite senza sconfitte. 36 vittorie e 17 pareggi. Non propriamente noccioline.
Si va da un Milan-Juventus 1-2 allo Juventus-Inter appena giocato, sabato sera. Lui in campo, con i rossoneri nella prima partita, con i bianconeri nell’altra. In mezzo, 53 partite (5 in sponda milanista e 48 in sponda juventina) in cui non ha conosciuto l’onta della sconfitta. Lui chi è? Andrea Pirlo da Brescia.

Adesso che la Juve ha perso non si fa altro che parlare della serie positiva interrotta a 49 partite, del record del Milan di 58 risultati utili consecutivi rimasto salvo. Ma del record a cui ambiva Pirlo non ne parla nessuno? Eppure Donadoni, dall’alto delle sue 64 partite consecutive senza sconfitte, era lì, a soli 11 passi. Altri tre mesi senza perdere e sarebbe stato superato, così come i vari Massaro, Maldini e Costacurta, che gli gravitano poco sotto in classifica. Un peccato. Un record che avrebbe consegnato indelebilmente alla storia un giocatore di quelli che ne nasce uno ogni 50 anni. Perché è pur vero che le vittorie di squadra permettono ai singoli giocatori di conquistare i trofei individuali, ma altresì vero che sono i grandi singoli giocatori a rendere vincenti le varie squadre. E Pirlo, indiscutibilmente, è uno di questi.

Pensate davvero sia un caso che l’imbattibilità della Juventus sia iniziata proprio con l’arrivo di Pirlo? No, non crediamo. Senza dubbio Conte ha dato un’anima e uno spirito diversi alla squadra, Pirlo però ha portato un equilibrio e una calma nella gestione della palla anche nei momenti più difficili che non ha eguali, almeno in Italia.
I difensori sono in difficoltà? La passano a Pirlo. Gli attaccanti sono pressati? La passano a Pirlo. Non ci sono spazi? La si passa a Pirlo, tanto prima o poi qualcosa inventa. Un vero e proprio catalizzatore di gioco, un sospiro di sollievo per il compagno in crisi. Una mano tesa che sbuca sul precipizio dell’area di rigore. La Juventus gli ha teso la mano e si è fatta guidare per 48 partite senza perdere mai.

Ma alla fine, dopo quarantotto passi è inciampato. Almeno, sembra così.
E se fosse solo una finta per lasciare sul posto l’avversario?