L’ennesimo errore della nostra classe arbitrale, che ha rischiato (e per fortuna non è andata così) di rovinare nuovamente la “cosa più importante delle cose meno importanti”: il calcio. Il nostro calcio, perlomeno. Sono settimane, ormai, che le polemiche si rincorrono. Quest’anno, poi, siamo partiti presto, con la Supercoppa Italiana. Ad ogni assegnazione arbitrale, scattano i malumori dell’una o dell’altra tifoseria. Con Tagliavento, nello specifico, i malumori ci sono stati solo in casa nerazzurra, visti i precedenti del fischietto di Terni sia con la Juventus (gol di Muntari in Milan-Juve), sia con l’Inter (le famose manette di Mourinho di Inter-Samp).
Ma alla fine le polemiche pre-partita passano, lo stadio si riempie, le tv si accendono, arriva il fischio d’inizio tanto atteso. E tu cosa fai? Fai un errore, grossolano tra l’altro, e rischi di rovinare LA partita dopo 17,98 secondi? Palese che, da quel momento, l’arbitro non sia stato più in grado di gestire la gara e tenerla sotto controllo, vedi tutta una serie di decisioni quantomeno annebbiate e dubbie, seguite da altrettante chiamate figlie della cosiddetta “compensazione”. Il punto è che non si dovrebbe arbitrare a “compensazione”, non è vero che “se faccio un errore per parte, allora è come se non ne avessi fatti”. No. Ne hai fatti due, ti dirò. Non si vuole pensar male a tutti i costi, assolutamente. Pensiamo solo che abbiamo degli arbitri non di primissimo livello. Arbitri che, essendo umani, sbagliano e di questi tempi lo fanno spesso.
Ma allora perché rovinarci quei momenti di gioia/speranza/disperazione/esaltazione che il tifo calcistico ci regala, affidandoci a delle decisioni del tutto suscettibili a errore? E’ arrivata l’ora della tecnologia, dei chip e dei replay in campo, che piaccia o non piaccia ai “romantici del calcio”. Tanto il tifoso interista che dirà a quello juventino “avete modificato le immagini!” ci sarà sempre. Passiamo alla tecnologia, il calcio non cambierà.