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Oltre cento anni. E la storia continua

Era il lontano 1909, e Juventus e Inter si ritrovavano l’una contro l’altra per la prima volta nella loro storia: finì 2-0 per l’allora “Giovane Signora”. In questo secolo – e più – che è trascorso, molte cose sono cambiate, a partire dallo stesso gioco del calcio: la sua evoluzione è stata lenta ma consistente, e le differenze nette tra uno stile di giocare e un altro lontano appena dieci anni sono, per un occhio medio-esperto, facilmente riscontrabili.

Cambiato il calcio, sono ovviamente cambiati i protagonisti: dalle squadre composte da massimo quindici elementi, che si affrontavano su campetti di periferia e arbitrati da giocatori-allenatori improvvisati giudici di gara, si è passati a un professionismo fin troppo serio, che ha trasformato uno sport in un lavoro ben remunerato (e se ciò sia giusto o sbagliato è un discorso che lasciamo a un altro editoriale). In tutti questi anni, però, qualcosa è rimasto immutato, ed è la passione, l’amore che questo sport ha saputo conquistarsi. Squadre rappresentanti una città, alle volte una regione, sono diventate nel tempo un emblema, e giocatori che grazie al loro talento sono diventati grandi, hanno contribuito a rendere ancor più affascinante questo meraviglioso sport che, dunque, di passione e di amore ci è nato, ci ha vissuto, ci vive e continuerà a viverci.

Oggi, 2012, è il tre novembre: giorno importante. Perché in programma c’è quello che – negli anni, per lo spettacolo offerto, per la rivalità storica e per, appunto, la passione scatenata – è definito il “derby d’Italia”. Un derby che di recente è stato avvelenato per via del cosìddetto “scudetto di cartone”, ma che pian piano sta provando a ripulirsi l’anima, sperando di far parlare di sé nuovamente solo e soltanto per ciò che accade sul campo, e non più per discorsi relativi a cause e tribunali. Sul campo, già: in casa di una Signora oramai “Vecchia”, ma sempre arzilla, i terribili ragazzi di Stramaccioni cercheranno di fare il colpaccio. Nel cuore della Torino juventina, il Biscione proverà ad agguantare una succulenta preda, ben sapendo di avere, dinanzi, quella che più che una preda sembra un leone perennemente affamato (alla faccia della zebra).

Insomma, signore e signori, amanti del bel calcio, appuntamento in prima serata: riflettori accesi sullo Juventus Stadium (non proprio l’ultimo campo di periferia), dove stasera ci sono oltre cento anni di calcio che riemergono. Stasera si scrive un altro pezzo di storia.