Oggi il “Cigno di Utrecht” compie 46 anni ma è ancora fresco il ricordo dei tifosi rossoneri ma non solo, degli appassionati di calcio in generale, delle sue prodezze sul campo da gioco. 276 gol in 373 presenze totali, 152 con la maglia dei “lancieri” e 124 con quella rossonera. Poi la Nazioanale, con la quale ha vinto un Europeo nel 1988 e 24 centri messi a segno in 58 presenze.
“Centravanti di tecnica eccezionale e, nonostante la statura elevata, notevole eleganza e rapidità nei movimenti, per la quale era soprannominato “il cigno di Utrecht”, coniugava la grazia del trequartista con la concretezza del vero cannoniere. Abile con entrambi i piedi, in possesso di un tiro potente e preciso sia in corsa sia da fermo, concreto anche nel gioco aereo e nelle acrobazie mostrava un insieme di caratteristiche per le quali è ritenuto uno tra i più forti e completi attaccanti di sempre. La sua intelligenza tattica e la sua visione di gioco lo rendevano capace di agire anche lontano dall’area di rigore o dando le spalle alla porta avversaria, rendendolo anche un preziosissimo uomo-assist“. Così recita “Wikipedia“. Come dargli torto?
Inizia quindi la sua avventura da allenatore dalle giovanili dell’Ajax poi subito l’avventura con la Nazionale olandese, ancora l’Ajax e, quest’anno, l’Heerenveen. Ma nel suo futuro potrebbe ancora esserci il rossonero… chissà.
E infine quella sera, l’addio al calcio di Demetrio Albertini nella sfida a San Siro tra Milan e Barcellona del 15 marzo 2006. Prende parte all’incontro solo per pochi minuti, ma gli bastano per far rivivere al mondo la sua classe, la sua genialità segnando il gol del momentaneo 2-0 di testa in tuffo, facendo esplodere di gioia San Siro.