L’unico Gervasoni rimasto credibile
Orrore al Cibali! Vergogna! Il calcio è finito! Queste ed altre espressioni sarebbero saltate fuori di getto se ci fossimo messi a scrivere un articolo subito dopo il match di ieri tra Catania e Juventus. Mondopallone, però, cerca sempre di analizzare con quanta più possibile oggettività anche gli episodi più controversi. E per questo abbiamo preferito soffermarci a mente fredda su quanto accaduto ieri al Massimino di Catania.
Non vogliamo alimentare vecchie polemiche, ma pensare al trambusto scaturito in quel Milan-Juventus dello scorso anno e vedere che con tutte le precauzioni, poi, non cambia proprio nulla, fa male. Si scarta la tecnologia, microchip nei palloni e telecamerine di porta. Si scarta la moviola in campo, perché farebbe perdere troppo tempo (e il tempo perso ieri per la “consulta” tra gli assistenti e l’arbitro?). Si aumentano appunto gli assistenti, invece, si passa da sei a dieci occhi in campo e la situazione non cambia, anzi peggiora.
Della reazione della panchina ospite, dopo la provvisoria convalida del gol del Catania, vorremmo soprassedere.
Noi guardiamo alle regole. Guardiamo all’arbitro, responsabile della direzione della gara. E vediamo che proprio lui aveva indicato il centrocampo, che il guardalinee aveva puntato la bandierina al centrocampo. Tutto regolare, tutto semplice.
Anzi no, perché il giudice di porta, new entry nel calcio internazionale, ferma tutto: il gol è in fuorigioco. Lui, che altro non deve fare che verificare l’entrata o meno della palla in porta. Lui, che come prospettiva è forse l’ultimo a poter vedere le posizioni irregolari dei giocatori, trovandosi perpendicolare all’immaginaria linea di fuorigioco. A lui, il direttore di gara dà ascolto.
Eccoci ancora, l’ennesima commedia all’italiana. Più si cerca di migliorare, più si va allo sbando.
E come se non bastasse, poi, ecco spuntar fuori nuovi regolamenti a giustificare la decisione dell’arbitro, come la regola del pallone che sbatte sul palo e avvia una nuova azione di gioco. Per cui se l’attaccante si trova davanti ai difensori dopo il tocco del legno si trova in posizione irregolare.
Vengono brividi di freddo. Quello che sappiamo noi è che direttamente dalla viva voce del designatore arbitrale Stefano Braschi, che dalla viva voce del designatore Stefano Braschi (non si è incantata la tastiera, vogliano scusarci i lettori): “Sul gol annullato al Catania c’è un errore”.
A proposito, stavamo dimenticando. Fateci concludere con un pizzico di ironìa, giusto per ricordarsi che per quanto “triste” l’episodio possa risultare, bisogna sempre prenderla con sportività.
Vi chiederete il significato del nostro titolo… Non è un buon periodo questo per i Gervasoni del calcio. L’unico credibile, forse, è un altro…