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Il Panathinaikos vuole traslocare, ma c’è un problema

In tema di ridimensionamento delle spese, il Panathinaikos sta pensando di traslocare ancora una volta, facendo ritorno al suo “primo amore”: il mitico “Apostolos Nikolaidis”. Poco meno di 17.000 posti, costi di gestione contenuti, amato alla follia dai tifosi poiché sede del leggendario “Gate 13” (sede degli ultràs verdi).

TRA CUORE E PECUNIA. Insomma, tutto sarebbe perfetto, se non fosse per alcuni lavori di rinnovamento che vanno necessariamente avviati. Sarebbero i terzi dal 2000 in poi. Secondo una stima riportata da alcuni giornali, i costi si aggirerebbero intorno a 1,3 milioni di Euro e risulterebbero abbastanza proibitivi, nonostante, dicono, la cifra sia simile a quella sborsata per l’affitto dello stadio Olimpico di Atene, dove tuttora il Pana gioca le sue gare di campionato ed europee. Un Olimpico costantemente riempito a macchia di leopardo, dove i posti più cari sono quasi sempre deserti: il risultato è una scarsa atmosfera in campo, nonostante la grande capacità dei tifosi greci di infiammare qualsiasi partita.

PROBLEMA “VERDE” E LA SMENTITA. Oltre al problema monetario, c’è anche un problema legato alla legislazione ellenica: lo stadio si trova in zona Ambelokipi, pieno centro di Atene, e rientrerebbe nella “cintura verde” e, stando a ciò che viene riportato dai giornali, sarebbe molto complesso riuscire a trovare i permessi per fare partire i lavori di ammodernamento. Nel pomeriggio di oggi è poi uscita una dichiarazione da parte della società del Panathinaikos riguardo all’inesattezza delle stime scritte sui quotidiani greci: i vertici della squadra dicono di non avere ancora ricevuto gli studi sul costo del passaggio completo dall’Olimpico al Nikolaidis, per gli amici il Leoforos. Essi confermano però la volontà di tornare allo storico impianto per la seconda metà del campionato.