Il buon Gigi, dal canto suo, ha le spalle abbastanza larghe per sopportare eventuali diffidenze della prima ora. Partito da Aquileia, terra di confine, l’ex tecnico del Chievo dei miracoli è diventato uomo di mondo: Oporto, Roma, Palermo, ancora Genova e Torino. Il tutto con fortune alterne, con quella parlata incomprensibile e l’aria da disadattato, ma sempre con una certezza inossidabile: il 4-4-2, vangelo tradito solo nella tempestosa esperienza romana.
In rossoblu non si farà di certo problemi a schierare in coppia Immobile e Borriello. Il doppio centravanti, al contrario di molti altri allenatori, è un’opzione che non gli è mai dispiaciuta. Vale la pena ricordarsi del duo Cossato-Corradi. Le ali per rinverdire i fasti di Luciano alias Eriberto e Manfredini ci sono: Bosko Jankovic e Juan Manuel Vargas già fremono. In generale è un Genoa che sembra cucito apposta per l’inventiva del suo nuovo sarto che, statistiche alla mano, ha fallito solo dove le suddette condizioni non esistevano. Nella Juventus fu costretto a decentrare Marchisio a sinistra, nella Roma pensò in un primo momento di adattare nientedimeno che uno tra Totti e Cassano in quel ruolo salvo poi accorgersi di sfiorare la blasfemia calcistica. Tutt’altra storia nel Chievo, nell’Atalanta e, appunto, nella Sampdoria. La Gradinata Nord aspetta e spera: vuoi vedere che l’ultimo integralista dirà ancora la sua?