Galeotto fu il servizio

Juventus Stadium, Juventus-Napoli (Foto di Gaetano Mocciaro)

E’ stato difficile credere che quanto visto nello scorso week sia accaduto veramente. In tutta sincerità all’inizio ho pensato alla solita bufala informatica, fatta girare da qualche buontempone di cattivo gusto; tecnicamente un “fake” per chi ama navigare sui Facebook, Twitter e simili.

Il riferimento è chiaramente all’incredibile servizio mandato in onda sabato scorso nel corso del Tg3 del Piemonte, qualche ora prima di Juventus-Napoli. Il solito video in cui si effettuano interviste ai tifosi nei pressi dello stadio; testimonianze che mostrano l’importanza della partita, speranze e timori che si perdono tra una battuta e un pronostico prima del calcio di inizio. Ogni tanto ci scappa qualche sfottò per sbeffeggiare gli avversari peccato che in questo caso sia stata superata in maniera estrema la soglia della sportività, costringendo lo spettatore ad assistere prima a due tifosi bianconeri che inneggiano al Vesuvio e poi allo stesso intervistatore che parla di “napoletani facili da distinguere per la puzza”. Uno spettacolo che sicuramente avrà fatto sobbalzare qualcuno nelle sedi più alte della tv pubblica.

Sull’episodio ne sono state dette tante e per non risultare troppo ripetitivo mi limito a focalizzare su un paio di aspetti importanti di tutta la vicenda. Il giornalista ora è chiaramente nel mirino della gogna pubblica e della rabbia del popolo napoletano, che in alcuni casi ha mostrato grande signorilità rispondendo con battute degne del miglior Totò. Le scuse dovute e forse un po’ forzate difficilmente risolveranno la questione. Dietro quel giornalista, però, c’è una redazione che ha commesso delle gravi mancanze e non ha saputo applicare dei filtri al video. Errore causato da disorganizzazione o da valutazioni sbagliate? Si spera vivamente nel primo caso, perché altrimenti significherebbe che qualcuno ha avallato il tutto, ritenendo normale che in una tv pubblica si finisca per offendere una parte dei cittadini italiani. Azzardarei in maniera rischiosa il paragone con Schettino, colpevole principale in un sistema che ha mostrato parecchie falle, partendo dalla tradizione dell’ “inchino”, eseguita infischiandosene della sicurezza delle persone e degli ambienti che ci circondano.

E’ particolare poi che per una volta quel “Vergogna“, applicato sistematicamente dai giornali per condannare gli episodi da cronaca nera del tifo organizzato, vada a colpire proprio un giornalista. Ma questo è in fin dei conti il risultato di una società dove ci si indigna a gettone e si ha rispetto solo per determinate morti. Alla fine possiamo anche ritenerci fortunati. Juventus-Napoli è stata caricata in queste due settimane di attesa, ma in questo clima di veleni che si è venuto a creare è utile constatare che non ci sia scappato il morto. Restano purtroppo le foto dei bagni divelti allo Juventus Stadium, dell’inciviltà mostrata da alcuni idioti; immagini che stonano in un paese alle prese con una grave crisi economica.

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Elia Modugno