TOP
Pablo Daniel Osvaldo: in un colpo solo riscatta la brutta figura in nazionale e riconquista Zeman, grazie alla straordinaria doppietta messa a segno nell’incredibile rimonta della Roma a Marassi col Genoa, dopo un quarto d’ora iniziale da incubo.
François Gillet: già con Miccoli a mezzo servizio (per usare un eufemismo), il Palermo si è trovato di fronte un portiere insuperabile che, come si suol dire, oggi avrebbe parato anche le mosche. Vincere una partita, a questa condizioni, è un’impresa praticamente impossibile. Infatti, 0-0 e a casa. Da cineteca la parata sulla punizione di Ilicic, senza nulla togliere agli altri cinque-sei-sette interventi salva partita. Superman.
Angelo Alessio: quando la vittoria viene dalla panchina, è giusto dare merito in primis a chi vi siede sopra. Caceres e Pogba, subentrati all’infortunato Asamoah e allo spaesato Vidal, si sono rivelate le (insospettabili) armi determinanti per il successo della Juve sul Napoli che vale anche la prima fuga stagionale. Debutto più fortunato non poteva esserci per il vice di Conte, che in pochi giorni passa dalle stalle alle stelle. In attesa che torni il ‘titolare’ della panchina e finisca una volta per tutte il turnover forzato dalla giustizia sportiva.
FLOP
Goran Pandev: alla Juventus spesso e volentieri ha fatto del male, regalando anche delle autentiche perle ai propri tifosi. Stavolta, al massimo, le ha fatto il solletico. Il macedone infatti non è mai entrato in partita e ha lasciato da solo un generoso Cavani a combattere con la difesa più forte del campionato. L’apertura sbagliata per Insigne a campo aperto è la fotografia di una prova incolore.
Daniele Bonera: non onora certamente al meglio la fascia di capitano, responsabilità forse più grande di lui. Colpevole sul primo e sul terzo gol della Lazio, Hernanes prima e Klose poi ringraziano le sue disattenzioni per costruire la vittoria biancoceleste che getta il Milan addirittura in zona retrocessione.
Pablo Alvarez: “Cassano si può fermare” aveva detto alla vigilia di Inter-Catania. Già, come no. Minuto 28, Cambiasso pennella un cross per il barese che sbuca sul secondo palo e segna di testa, proprio nella zona di competenza dell’argentino. E dov’è, poi, quando Palacio s’inventa il terrificante sinistro al volo che fa scorrere i titoli di coda? In poche parole, un disastro… annunciato.