Home » Il punto sulla Serie A: giornata 8

Il punto sulla Serie A: giornata 8

Il punto sull’ultimo turno della Serie A 2012/2013

La prima “sfida-Scudetto” dell’anno la vince la Juventus, che batte il Napoli 2 a 0 e va in fuga, staccando in classifica proprio i partenopei. La Lazio conferma di essere la terza forza del campionato, strapazzando per un’ora il Milan di Allegri, sempre più nelle zone “a rischio”. Vince ancora l’Inter, che batte a San Siro il Catania e completa il quartetto in testa alla classifica. Infine, a Genova risorge la Roma di Zeman, dove vince 4 a 2 pur trovandosi sotto di due gol dopo soli quindici minuti.

Non c’è storia. E che non ci sia, lo si capisce dai numeri. Nella stagione in cui, causa impegno in Champions, tutti avevano pronosticato una Juventus meno cannibale rispetto allo scorso anno, i bianconeri fanno registrare un +6 rispetto ai punti conquistati all’ottava giornata del campionato 2011/2012. Ventidue ora, sedici un anno fa. E se anche il Napoli, che con diciannove punti ha comunque un ruolino di tutto rispetto, non riesce a fermarla, non sappiamo proprio chi ci possa riuscire. E’ una squadra affamata, quella di Conte, capace di soffrire, subire, spaventarsi (vedi traversa di Cavani), ma di saper trovare il guizzo giusto prima della fine del tempo. Ancora una volta sono i cambi azzeccati dal duo Carrera-Conte a indirizzare verso i 3 punti la partita. Caceres e Pogba. Il duo che non ti aspetti. Eppure sono loro, stavolta, gli eroi di giornata. Il Napoli, dal canto suo, perde una partita che forse non meritava di avere un vincitore, sommando il tutto. Non una partita spettacolare che, però, ha visto gli azzurri di Mazzarri spesso in difficoltà sul pressing bianconero e incapaci, calci piazzati a parte, di rendersi davvero pericolosi dalle parti di Storari. Ancora rimandati, quindi, i partenopei, non sembrati davvero in grado di contrastare la forza juventina.

Incapace è il termine più giusto per il Milan di Allegri. Incapace di giocare, incapace di difendersi decentemente, incapace di rialzarsi dai bassifondi della classifica. Incapace, sabato sera, di reggere l’urto della splendida (per un’ora di gioco) Lazio di Petkovic. Hernanes, Candreva e Klose annichiliscono un piccolo Diavolo, forse messo in campo con la formazione e con lo schema sbagliati dal proprio allenatore. Allegri ha riproposto Nocerino e Boateng nel 4-3-1-2, suo marchio di fabbrica, nonostante i rossoneri nelle ultime settimane fossero riusciti a trovare una loro identità nel 4-2-3-1. Risultato: un tempo e dieci minuti del secondo regalati agli avversari, che non si sono lasciati sfuggire l’occasione e si sono portati sul 3 a 0. I due gol con cui poi il Milan è riuscito a ridurre lo svantaggio non ingannino, la distanza tra le due squadre è stata molto più ampia di quello che si possa pensare. I biancocelesti, quest’anno, hanno un top player in più: Vladimir Petkovic. L’allenatore, volto nuovo del nostro calcio, sta dimostrando anche ai più scettici di che pasta sia fatto. La sua Lazio gioca bene, convince e merita il terzo posto.

Chiude il quartetto di testa, appaiata alla Lazio, l’Inter di Stramaccioni, che non giocherà bene ma che continua a vincere. Diciotto punti, come i romani biancocelesti, frutto di 12 punti in trasferta (miglior rendimento esterno della Serie A) e di soli 6 conquistati tra le mura amiche. Senza le sconfitte evitabili con Siena e Roma, insidierebbero la Juventus da molto più vicino, per quanto quattro punti non siano poi così tanti. La punta di diamante dei milanesi è Antonio Cassano, mai partito così bene in carriera, che sembra aver trovato la giusta dimensione, anche grazie all’infortunio di Sneijder. Lui e Milito compongono una coppia ben assortita e Palacio (gran gol il suo) sembra finalmente pronto a dare il suo contributo. Squadra davvero solida, quella che ha costruito Stramaccioni. Dovesse prendere ancora più fiducia, potrebbe essere un’incognita per il campionato.

Chiudiamo con la Roma di Zeman, che risorge dalle ceneri dell’Inferno con e nel posticipo serale contro il Genoa. Sotto per due a zero dopo soli quindici minuti, i giallorossi, così come l’anno scorso sempre contro i rossoblu a Marassi, compiono una grande rimonta, vincendo la partita per 4 a 2. Mattatore della sfida Osvaldo, unico giocatore ad aver segnato ogni volta che ha giocato (5 gol in 4 gare), ma una menzione particolare la merita il capitano, Francesco Totti, che, con il gol del momentaneo 1 a 2, ha siglato la sua 217° rete in Serie A, diventando il terzo nella classifica di tutti i tempi. Uno degli ultimi campioni veri che sono rimasti al nostro calcio italiano. Giù il cappello.