A Ginevra ha parlato il presidente Pat McQuaid il quale, con animosità, ha dichiarato: “L’Uci non fa appello al Tas, riconosce ed accoglie la sanzione dell’Usada. Armstrong non ha posto nel ciclismo, grazie a tutti i testimoni che hanno collaborato e parlato, contribuendo a smascherarli. Come Uci ci siamo dati delle priorità e delle risposte e il mio messaggio per corridori, sponsor e tifosi è questo: il ciclismo ha un futuro. Il cammino comincia da oggi. Molti test, in quel periodo, venivano eseguiti a margine delle competizioni e non in altre sedi. La situazione adesso è cambiata e noi dobbiamo adeguarci alle novitá. Se nel 1998 avessimo avuto gli strumenti che abbiamo oggi – osserva il presidente dell’Uci – probabilmente oggi avremo meno doping. È facile ora guardare al passato, ad un’epoca in cui tra l’altro non ero presidente, e pensare che si sarebbe potuto fare di più. Noi, così come l’Usada, non abbiamo il potere e le risorse che hanno le forze dell’ordine. Questa attività illegale si è sviluppata tra il 1998 e il 2005. L’Uci è sempre stata in prima linea nella lotta al doping e ora ha a disposizione strumenti diversi rispetto a quelli che si potevano utilizzare in quel periodo. Detto questo, noi possiamo inviare i campioni ai laboratori: non abbiamo a disposizione altri tipi di controllo“.
Fonte: www.gazzetta.it