Trasferendo il discorso alla Nazionale, ciò che emerge è la spasmodica ricerca di un fenomeno da esporre in vetrina. Mario Balotelli in primis, poi Osvaldo e Destro, poi El Shaarawy. La realtà è che nessuno dei calciatori citati è, momentaneamente, un asso, un fuoriclasse che spacca le partite. Non abbiamo in rosa un Cristiano Ronaldo, ma non per questo il Portogallo ci ha preceduti nei recenti Europei. I campionissimi italiani giocano in altri ruoli, la spina dorsale costituita da Buffon, Barzagli, Pirlo e De Rossi è roba che in pochi possono permettersi. Le vittorie si costruiscono così, partendo dalle fondamenta: l’attaccante marziano, poi, funge da ciliegina sulla torta.
Ma siamo già troppo in là con i discorsi, questo mondo consumistico non ci consente di andare oltre. Inventiamoci pure un Balotelli da Guinness dei primati o miticizziamo un 14enne che si diverte con i suoi coetanei. Possibile che la discussione debba limitarsi a ciò? Personalmente preferisco guardare una partita della Ternana e studiare le varie mosse a gara in corso di Mimmo Toscano piuttosto che telefonare all’ex allenatore di Pinilla per chiedergli cosa ne pensa dell’ultima twittata di Nainggolan che chiamava in causa il cileno. Ma oggi il calcio non è più questo…