Esclusiva Mp – Aprilia, Vivarini: “Noi primi grazie al gioco, ma non ci montiamo la testa”

L’Aprilia che ripullula di industrie e di strutture ereditate dal primo Novecento, è oggi una realtà da seguire anche per quanto concerne un altro settore, che arriva dritto al cuore della gente. L’architetto dell’Aprilia calcio che guida la classifica del campionato di Seconda Divisione è Vincenzo Vivarini, tecnico abruzzese che si nutre di giovani, di 4-2-3-1 e di un’organizzazione invidiabile. Uno spartito in cui ognuno sa sempre cosa fare: credete sia semplice stare davanti a squadre come la Salernitana?

Mister, in estate eravate partiti senza troppi proclami. Adesso?

Adesso continuiamo così, con entusiasmo e tranquillità, senza nessun eccesso. Stiamo giocando bene e siamo contenti, ma allo stesso tempo dobbiamo essere bravi a rimanere con i piedi per terra.

La vostra forza è il gioco?

Sì, abbiamo un’organizzazione pressoché simile a quella dell’anno scorso e perciò i ragazzi hanno ormai memorizzato bene lo spartito. L’età media della rosa è di 21 anni: puntare sul gioco è inevitabile.

A Fondi, però, la vittoria è arrivata soprattutto grazie al carattere…

E’stata una situazione particolare, perché per la prima volta nel torneo siamo passati in svantaggio. Non ci siamo persi d’animo e abbiamo ricominciato a fare quello che sappiamo: è un segnale importantissimo.

E la piazza come vive il momento?

Sono tutti molto orgogliosi di questo Aprilia e la cosa non può che farci piacere. Noi però abbiamo l’obbligo di restare lucidi, dal momento che disputiamo un campionato estremamente combattuto.

In questo campionato è ancora la Salernitana la squadra da battere?

Salernitana e L’Aquila sulla carta sono le più forti, senza dubbio. Io credo che saranno in cima sino alla fine, ma tengo d’occhio anche Pontedera e Poggibonsi: è difficilissimo segnare a entrambe.

Certo che lei coi giovani ci sa proprio fare…

Io come allenatore mi sono formato nei vivai, perciò riesco a interagire perfettamente con i ragazzi e so come trattarli in determinate situazioni. Loro sono molto disponibili a lavorare e ad apprendere: questa è la soddisfazione più grande.

Quel Nicola Ferrari, tanto per fare un nome, si sta esaltando nei vostri schemi…

Lo conosco dai tempi in cui militava nella Primavera della Sampdoria, dove segnava gol a grappoli. Il ruolo dell’attaccante è particolare, lui è ben strutturato fisicamente e sa lavorare con intelligenza per la squadra. Deve solo continuare così.