Anche se, bisogna dire, non era sembrata nel primo tempo così organizzata l’Albiceleste: affidatasi esclusivamente alle individualità dei suoi singoli, ha faticato non poco a scardinare la retroguardia uruguaiana. Il più insidioso, neanche a dirlo, Leo Messi, spesso l’unico veramente in grado di impensierire Muslera, salvato anche dalla traversa al minuto numero 18.
Da parte sua, l’Uruguay ci ha provato spesso da fuori con Cavani, come detto il più attivo dei suoi e molte volte pericoloso con continui stop-e-tiro, anche se, a conti fatti, l’Argentina si è dimostrata superiore, più creativa nei confronti di un’Uruguay visibilmente indeciso, molto falloso e duro negli interventi (Lugano su tutti).
Nella ripresa, il duo Di Maria (tiro) Messi (deviazione vincente) ha plasmato l’uno a zero, con l’Uruguay che, nonostante il gol subìto, non ha cambiato il suo atteggiamento. Il due a zero,, al 74′, creato dall’estro del tandem Aguero-Di Maria, e il 3-0, realizzato da Messi con una geniale punizione bassa infilatasi alle spalle di Muslera dopo essere passata sotto la barriera, non sono altro che la dimostrazione di una superiorità evidente, sia tecnica che mentale.
Uruguay tenace ma non in grado di contrastare l’incedere, dunque, di un’Albiceleste che con questo successo guadagna il primato solitario nel girone, e che, ancora una volta, ha dimostrato le sue enormi qualità, soddisfando una tifoseria che può assolutamente ben sperare.