Il derby e i suoi strascichi: riflessioni a freddo
Doveva essere il match clou della giornata; è stata una partita di cui il calcio italiano deve quasi vergognarsi. Milan-Inter ha prodotto uno 0-1, in cui i vincitori hanno segnato e fatto catenaccio, e i vinti hanno spinto per 86 minuti senza creare occasioni da gol che non fossero tiri dai 30 metri. In più un arbitraggio rivedibile, tante dichiarazioni polemiche sulle esultanze eccessive, sulle reazioni sopra le righe, sugli striscioni sbagliati e sui fischi (arbitrali e non) fuori luogo. Sicuramente meglio Napoli-Udinese, sfida tra squadre che giocano davvero a calcio. Ma analizziamo nel dettaglio, sulle tre sponde, gli strascichi di questa brutta partita.
CASA MILAN- L’amarezza è tanta in casa Milan: gli inguaribili ottimisti (con Allegri capofila) assaporano il cucchiaio di fiele domenicale e addossano le colpe all‘arbitro, identificandolo come unico colpevole. I realisti, ormai, non hanno più il coraggio di nascondersi dietro finte scuse: la sensazione di tristezza deriva dalla squadra, vuota, senza idee e senz’anima. Incapace di segnare dopo tanto, tanto, tanto possesso palla, che più sterile non si può. Le prospettive sono cupe, sebbene Galliani si ostini a elogiare la completezza della rosa rossonera. Va bene tirare l’acqua al proprio mulino, ma qui si esagera. L’esame-Lazio dopo la sosta svelerà la vera dimensione del Milan. Una dimensione che ora è quella della lotta alla salvezza.
CASA INTER- In casa Inter ci sono solo sorrisi a 32 denti: Moratti che paragona Stramaccioni a Mourinho; Stramaccioni che fa il falso modesto e smentisce l’accostamento, ma che in cuor suo si sente un pò Special; i tifosi, che possono sbattere in faccia ai più sfortunati cugini l’ennesimo derby vinto. Ma è una gioia giustificata? In parte sì, perchè alla fine è il risultato che conta, con i tre punti e il terzo posto in classifica. La povertà del gioco interista, però, è palese: nella trasferta di Torino e nel derby ha fatto 6 punti, esprimendo un calcio di livello assolutamente mediocre, per nulla paragonabile a quello di Napoli e Juventus. Strama non si faccia fuorviare dall’accostamento con Mou: lui ha vinto ricorrendo al catenaccio solo contro il Barça, ma non contro il Torino. Mai.
CASA AIA- Il dato inconfutabile del derby, oltre la crisi del calcio italiano, è stato l’arbitraggio, per dirla alla Galliani, “tecnicamente inadeguato” di Valeri. Pro-Milan o pro-Inter non conta, il direttore di gara ha sbagliato praticamente tutto, guadagnando un 4 a “reti unificate” su tutte le pagelle della stampa o del web. Il Presidente dell’AIA Nicchi ha prontamente rispedito le critiche al mittente, elogiando Valeri per la buona prova. Ok, va bene che negare l’evidenza va di moda, ma, vedi sopra, anche qui si esagera. Ne prendiamo atto e speriamo in un ritorno dalla sosta di tutt’altro spessore. C’è Juventus-Napoli, al momento autentica sfida scudetto: i tifosi meritano decisamente uno spettacolo degno di essere guardato. Sarebbe ingiusto un altro tradimento delle aspettative.