Rugby: Zebre, niente da fare
Quinta partita, quinta sconfitta. Non trova gioia la franchigia delle Zebre, che nella stagione di esordio in Pro12 ha sinora trovato solo sconfitte, alcune delle quali pesanti. Dopo il punto di bonus di Glasgow, stavolta la banda guidata da Christian Gajan scivola e si fa male, per un crollo interno (16-34) piuttosto desolante contro gli Ospreys. Della forza dell’avversario (campione in carica), qualunque sia il momento, va in realtà tenuto conto, ma l’atteggiamento dei bianconeri soprattutto nel primo tempo rafforza il pensiero che la strada intrapresa è ancora lunga, difficile e tortuosa.
TERRITORI. In formazione, le Zebre schierano all’apertura l’ex Prato Alberto Chiesa, 24enne passato attraverso le nazionali giovanili, l’Italia “A” e l’Italia Seven. Per tutta la prima frazione, a preoccupare gli spettatori del XXV Aprile è la facilità con cui il XV di casa concede penalità: molti falli, troppi errori scolastici e allora per Biggar è un gioco da ragazzi mettere fiero in cascina, tentare di scappare via. Le Zebre vanno a segno con Garcia da metà campo all’11′, ma il giallo a Chillon al minuto 24′ non aiuta. Il problema è che gli italiani nella metà campo gallese ci vanno poco o niente: a ogni recupero del possesso, commettono errori e vanificano gli sforzi. Stare nel territorio altrui vuol dire proteggere anche il punteggio: non è così al 28′ e 37′, con Fussel e Thomas a marcare senza troppi patemi, in un match che pare già indirizzato. Almeno il calcio dell’australiano Halangahu lo rimette un attimo in piedi prima del riposo.
BIGGAR IS BIGGER. Dopo l’intervallo, la musica cambia un po’: le Zebre ci credono e marcano in avvio con Redolfini, regalando agli spettatori una nuova partita, per giocarsela magari fino in fondo. A lungo andare però la differenza di valori emerge: il centro Pratichetti(ex Aironi) è sanzionato col cartellino giallo dall’arbitro Paterson (Scozia), momento chiave della ripresa. Biggar ha tempo poi mettersi in proprio, restar glaciale al piede, marcare e trasformare lui stesso, per un 16-34 finale in cui Perugini e compagni pagano su tutto gli errori del primo tempo.
Volente o nolente, giocare 40′ nella propria metà campo e basta, senza riuscire nella risalita del territorio, a questi livelli condanna chiunque, figurarsi chi si è appena affacciato, come gruppo e come società, alla realtà del RaboDirectPro12. Per gli Ospreys, che nell’ultimo viaggio in Italia erano usciti sconfitti da Treviso (12-6 il 31 Agosto scorso), terzo successo consecutivo, dopo il pessimo avvio di stagione. Fra la franchigia gallese e i Leoni veneti, tra l’altro, sarà presto occasione di rivincita: Venerdì 12 Ottobre a Swansea è già tempo di Heinken Cup.