POCHEZZA SUNDERLAND. Fischio d’inizio e i Citizens mostrano subito che pomeriggio sarà, con il Sunderland trafitto già dopo 5′. Su calcio di punizione angolato, l’ex laziale Kolarov trova il tocco giusto per precisione e potenza, battendo Mignolet. Quando la squadra di casa, favorita, sblocca così presto, i match perdono d’appeal, anche perché per chi ha un bagaglio tecnico di inferiore qualità imporsi, anche sul piano atletico, diventa un’impresa. Se il City è bravo a indirizzarla subito nel verso giusto, i Black Cats appaiono una copia molto sbiadita del gruppo emerso stagione scorsa dopo l’insediamento di O’Neill. A dir la verità Tevez e compagni crescono in brillantezza col passare dei minuti, rinfrancati dalla pochezza degli avversari ma furbi abbastanza da abbassare il ritmo e metterla sul piano della dimestichezza col palleggio. Gli spunti, soprattutto lateralmente, ad imboccare Tevez e Balotelli non mancano, però, nonostante il riposo sul punteggio di 1-0. Nel Sunderland, Fletcher troppo isolato là davanti.
AVANTI CITIZENS. Al rientro dagli spogliatoi, la solfa non cambia e il Sunderland, in difficoltà palese, soffre. Mignolet salva su Toure al 50′, con l’ex Barça ben liberato dal solito tocco di Silva: lo spagnolo è nel vivo dell’azione e cerca sempre il compagno libero. La palma di salva- Sunderland passa poi nelle mani di Rose, che salva sulla linea da doppia conclusione di Richards. Che siano ripartenze o calci piazzati, gli attacchi del City non si interrompono: Tevez, Silva e Aguero (entrato al posto di un applaudito Balotelli) divertono e si divertono. El Kun raddoppia 60′: invitante assist di Kolarov (fra i migliori) e tocco di potenza, in anticipo sulla difesa e di beffa sul portiere. Silva sfiorerà il gol della settimana: al 69′ il suo rimarchevole pallonetto fa i conti coi legni. Nei restanti 30′, il Sunderland ci prova con poca convinzione. C’è tempo per altri attacchi dei Citizens e per l’autogol di Gardner, che all’89’ chiude i conti: 3-0 che fa bene anche sul piano della differenza reti.
Che il Sunderland da trasferta fosse poca cosa si sapeva, che avrebbe rinunciato a giocare un po’ meno. Certo, dove finiscono i suoi demeriti iniziano i pregi del Manchester City, chiamato ora a confermarsi contro avversari più probanti. La partita di oggi conferma, in definitiva, che con questo arsenale la timidezza è fuori luogo: occorrerebbe giocarsela a viso aperto pure contro i club più blasonati. Solo allora il City diventerà un top club di dimensione continentale.