Il tramonto di Maurito
Sempre più ai margini del gruppo, Mauro Matías Zárate sta attraversando uno dei momenti più bui della sua storia in riva al Tevere. Non che sia una novità, visti i precedenti con Reja, ma l’esclusione dalla lista dei convocati contro il Pescara non può non essere letta come una bocciatura anche da parte di Vladimir Petković. Esclusione significativa, resa ancor più dura dal precedente non utilizzo dell’argentino nella gara contro il Maribor.
Eppure in pochi, dopo l’impatto devastante di Maurito con il calcio italiano, avrebbero pensato a una fase discendente della sua carriera così netta ed evidente. Il Birmingham nel 2007/2008 lo riportò in Europa (era finito agli arabi dell’Al Saad nonostante la giovane età), e lui, con 4 gol in 14 partite (quasi tutti su punizione, sua specialità), attirò l’attenzione della Lazio. Approdò così l’anno successivo a Roma, guadagnandosi l’affetto dei tifosi già nel precampionato.
Poi, l’exploit inaspettato, la doppietta a Cagliari, quella a Torino, più altri gioielli contro Sampdoria e Milan, e posto in squadra soffiato nientemeno che a capitan Rocchi. Con Goran Pandev formava una coppia letale, che trascinò la Lazio alla vittoria della Coppa Italia 2008/2009. La gemma nel derby capitolino, e il suo rapporto stretto con la curva Nord, rafforzò il legame tra il giovane talento e la tifoseria laziale. Tanto che Lotito, celebre per la sua oculatezza, sborsò addirittura 20 milioni di euro per assicurarsi l’intero cartellino.
Investimento che si è rivelato nel tempo completamente errato, pari quasi a quello di Gaizka Mendieta. Con la partenza di Delio Rossi, infatti, l’idillio è finito di colpo, e le stagioni successive hanno visto il declino del numero 10 della Lazio. Male con Ballardini, ancor peggio con Reja: il rapporto tra i due è sempre stato pieno di frizioni, e ha portato alla sua cessione in prestito all’Inter, dove non ha lasciato traccia di sè. Tornato alla sua amata Lazio, sembrava poter rilanciarsi con gli schemi di Petković, e invece le poche prestazioni opache offerte da Maurito (in particolare contro il Genoa) hanno portato Vlado a retrocederlo all’ultimo posto delle gerarchie in attacco. Sempre più solo, il ricordo di Zàrate è sempre più sbiadito nella storia della Lazio, e sono sempre meno i nostalgici che lo aspettano a fare magie sul prato dell’Olimpico.