“Io sono infinito”

Simone Perrotta non passa mai di moda, non in questo sport almeno. Di calciatori come lui c’è sempre bisogno, con qualsiasi allenatore e con qualsiasi modulo di gioco, a prescindere dall’età e dalla concorrenza. Quando il gioco si fa duro è più semplice affidarsi ad un campione del mondo, uno che vanta quasi 400 presenze in serie A, uno che dopo Totti e De Rossi è il calciatore più rappresentativo della Roma targata terzo millennio.

In estate Zeman lo aveva messo fuori rosa e la società lo implorava di accettare la corte di una tra Palermo, Chievo e Siena. Non c’è stato nulla da fare: Simone Perrotta da Cerisano, provincia di Cosenza, voleva risorgere ancora una volta con la maglia che lo ha reso grande e felice. A Torino ha giocato i primi 20 minuti del suo campionato, offrendo ai giovani un esempio di grinta e dedizione alla causa. Il boemo ha deciso che in questo momento uno così deve far parte della squadra. Domani c’è Roma-Atalanta e il 35enne si gioca il posto con Bradley, alla faccia della pensione anticipata. Il tutto con quella grandissima voglia di sentirsi utile: non è mai troppo tardi se ti chiami Simone Perrotta.