Francesco Baiano, oggi quattro squadre italiane sono impegnate in Europa League. Quanto sarebbe importante per l’intero movimento se una di esse arrivasse fino in fondo?
Sarebbe molto importante, soprattutto in ottica ranking Uefa. Parliamoci chiaro: l’Europa League non interessa a nessuno, è una competizione abbastanza snobbata dai grandi club, ma arrivare in fondo permetterebbe all’Italia di riavvicinarsi alla Germania e di tenere a bada le inseguitrici. Bisogna riconquistare i quattro posti in Champions.
Sulla carta l’impegno più difficile tocca all’Udinese. Lei conosce bene il calcio d’Oltremanica: possono farcela i ragazzi di Guidolin?
Possono farcela ma sarà un’impresa ardua. Giocare ad Anfield è dura per chi non possiede un’adeguata esperienza internazionale; il Liverpool, tra l’altro, è reduce da un momentaccio e vorrà riscattarsi.
E il Napoli di Mazzarri? Stasera scende in campo la “seconda squadra”…
Se la giocheranno ugualmente, anche se il Psv non è l’Aik Solna. Voglio però dirvi che mi sembra riduttivo parlare di seconda squadra: leggete la formazione, sono tutti calciatori che possono stare benissimo nell’undici titolare.
Grandi aspettative intorno ad Edu Vargas: il cileno ricorda un po’ il Francesco Baiano calciatore?
Ognuno ha le sue caratteristiche, il paragone può starci solo per il fatto che anche lui è una punta veloce come lo ero io. Sinceramente mi aspettavo di più da Vargas: seguo molto il calcio sudamericano e credevo di trovarmi di fronte a un fenomeno. I suoi primi mesi nel Napoli sono stati difficili, ma avere davanti gente come Cavani e Lavezzi non è uno scherzo. Merita altre chanche.
Passiamo alla Roma di Zeman, suo tecnico a Foggia. Mancano gli attaccanti esterni, vero?
Sì, è un dato inconfutabile. Lamela e Totti non attaccano la profondità come il gioco del boemo richiederebbe, non hanno nelle proprie corde questi movimenti. Purtroppo tutto ciò si ripercuote negativamente sui risultati dei giallorossi. Un calciatore adatto per gli schemi del tecnico è Osvaldo, mentre Destro perde molto se schierato sulla fascia. Gli unici attaccanti che la Roma poteva schierare con successo sugli esterni sono andati via: Borini e Bojan sarebbero stati perfetti per Zeman.
La situazione muterà con il lavoro, oppure questa è una squadra destinata a soffrire?
I giocatori sono quelli, non è che dal giorno alla notte possono cambiare. La nuova Roma di Zeman sarà sempre un’eterna incompiuta, non raggiungerà mai i livelli di Pescara e Foggia. Il lavoro porterà dei miglioramenti ma nessuno può andare oltre le sue caratteristiche.
Giorgio Perinetti ha rescisso oggi il contratto che lo legava al Palermo e si è dichiarato molto dispiaciuto. A lei cosa rimane di questa esperienza?
Rimane l’amarezza, una fortissima amarezza. Non abbiamo avuto la possibilità di sviluppare il nostro lavoro, siamo dispiaciuti anche noi (Baiano era il vice di Sannino). Chiaramente il calcio è questo e Zamparini avrà avuto i suoi motivi per cambiare.
E i motivi quali possono essere?
E chi lo sa? Io non ne vedo. Magari sbaglio ma mi sembra una scelta poco logica.