Un’ingiustizia che non è da Chievo

Perché il Chievo ha esonerato Mimmo Di Carlo? E’una strana scelta quella compiuta da una società che da dieci anni a questa parte è il prototipo della lungimiranza e della competenza. L’ex centrocampista era sbarcato a Verona nel 2008, raccogliendo i cocci di una squadra sull’orlo della retrocessione e salvandola grazie alla sua creatività tecnica.

Da quel momento in poi il Chievo non ha più fallito un colpo, distinguendosi per le sue eccellenti manovre in contropiede (seconde solo a quelle del Napoli) e per l’organizzazione di un impianto in cui chi entrava sapeva sempre cosa fare. Parecchi singoli hanno beneficiato della cura Di Carlo: il Pinzi e il Thereau trequartista, il Pellissier che ha segnato come non mai nella sua carriera, Luca Rigoni, Luciano che da ala pura si è trasformato in interno di centrocampo, Nicolas Frey che è diventato un ottimo jolly di difesa. Come già successo al Cagliari, che per merito di Ballardini si è ritrovato una struttura che regge ormai da 5 anni, la società di Campedelli non ha sofferto l’anno in cui Di Carlo passò alla Samp e, probabilmente, non patirà troppo nemmeno con Eugenio Corini.

Sull’ex architetto del miracolo Del Neri è bene aprire una parentesi: da allenatore ha finora regalato più delusioni che gioie, sia a Crotone che in Ciociaria, e questo è per lui un test importantissimo. Come già detto potrà beneficiare di ciò che il suo successore gli ha lasciato in eredità, poi dovrà metterci del suo. Sarà aiutato anche da un calendario più benevolo rispetto a quello toccato al buon Mimmo nelle prime 6 partite, perché perdere a Parma (il Tardini è inviolato da 8 turni), Palerm0 e Torino ci sta, così come soccombere tra le mura amiche al cospetto di Lazio e Inter. Una scelta che non è da Chievo insomma, una decisione che mostra i connotati dell’ingiustizia. Ma, ne siamo certi, Domenico Di Carlo detto Mimmo continuerà a togliersi parecchie soddisfazioni e la sua ombra stazionerà a lungo nei quartieri di Veronello e dintorni.