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Messi, Ronaldo, Van Persie, Falcao, Rooney e Torres sono solo alcuni dei nomi dei più grandi interpreti del calcio internazionale. Potrei continuare e stilarne un paragrafo di fenomeni che divertono i loro tifosi. Ma rischierei di uscire fuori tema, quindi mi fermo. I campioni sopra elencati, oltre ad essere appunto “campioni”, hanno un altro minimo comune denominatore che li accomuna: nessuno di questi gioca in Italia. Mi perdonerà il grande Mario Monicelli se uso la trama di uno dei capolavori, anzi del capolavoro, della commedia italiana. I remake possono essere più o meno fedeli, quindi io andrò controcorrente rispetto a quanto scritto e riprodotto dal regista italiano nel celebre film “Amici miei” e i 4 inseparabili amici diventeranno dei nemici.

 

Nemici miei, del vostro, nostro, amato calcio. Quello che un tempo era il campionato più bello al mondo adesso rischia di essere svalutato. E per una volta non parleremo di ranking o robe varie, ma di calcio giocato, di calcio spettacolo. C’erano una volta i vari Shevchenko, Trezegeut, Nedved, Ronaldo, insomma campioni di cui noi ci vantavamo e di cui andavamo fieri.Il made in Italy andava forte. C’era il Milan re d’Europa, la Juventus capace di imprese come quelle del Bernabeu, le favole di Lazio e Parma. C’erano anche giocatori capaci di vincere il pallone d’oro. Oggi invece che ci rimane? Per carità, non me ne vogliano i vari Miccoli( autore di uno strepitoso gol domenica scorsa), Osvaldo, Cavani, il sempreverde Di Natale, ma i Fenomeni sono altra roba. Di recente Ibrahimovic e Thiago Silva hanno ultimato l’esodo confermando la crisi che la Serie A sta vivendo. Ritornando ad Amici miei, ops  Nemici miei, vestiamo nei panni dell’architetto Melandri la Liga spagnola, del giornalista Perozzi la Premier League e la Bundesliga nelle vesti del barista Necchi. Chi ha visto il film si chiederà: e il conte Mascetti? Beh, chiaro: la Serie A.

 

Quale personaggio migliore potevo accostargli se non quello di un ex conte, diseredato e oramai povero?! Nella vera trama questi quattro signori sono degli inseparabili amici che continuano, nonostante l’età, a vivere la vita in maniera spensierata trascorrendo le giornate a prendersi gioco dei malcapitati e ad organizzare quelle che loro chiamano le “zingarate”. Ma qui non siamo al cinema e io non sono Monicelli, quindi, come vi dicevo prima, saranno Melandri, Perozzi e Necchi a prendersi gioco del povero Mascetti. Liga, Premier e Bundesliga sono le vere antagoniste della nostra Seria A. Barcellona, Real, Manchester City, Bayern Moncaco e Paris Saint Germain sono tutte squadre che possono accontentare le richieste folli di Messi e compagnia. Loro fanno il mercato, loro giocano a rialzo e decidono chi ingaggiare e a quali cifre. Le zingarate insomma, a discapito nostro. In Italia invece va di moda la politica del parametro zero”, divenuta, specie in via Turati, quasi una routine. Quella che un tempo era la regina dei campionati adesso non è nient’altro che la quarta competizione d’Europa. Gli sceicchi investono addirittura sul PSG, sulla Ligue 1 e non sulla serie A. Ma perché? Tempo fa ebbi il piacere di chiacchierare con Aldo Serena e fui io a chiedergli il motivo per il quale nel Belpaese non investe nessuno. La risposta fu la seguente: “ il nostro paese, a differenza di altri, è abbastanza indietro. Per invogliare gli sceicchi bisogna possedere grandi strutture e l’Italia deve fari passi avanti se vuole diventare appetibile a nuovi investitori”. Chiaro, non fa una piega. E’ tutta una catena: strutture portano investitori, investitori portano soldi, soldi portano campioni, campioni portano spettacolo, spettacolo porta passione. Anzi no, quella, la passione, non ce la toglierà mai nessuno, nemmeno i soldi dello sceicco Mansour.