Pazzo Cassano: e non finisce qui…
Gli scambi tra le squadre di Milano sono ormai diventati un’abitudine per tutti gli appassionati di calcio, ma, nonostante questo, è impossibile non valutare con il senno di poi ogni azione e gol dei giocatori così scambiati. Ogni volta che ci sono scambi tra le sponde dei Navigli, il passatempo preferito di tifosi e opinione pubblica diventa quello di sancire chi ci abbia guadagnato. A volte il verdetto è impietoso, come nei casi di Pirlo e Seedorf. Mentre i due centrocampisti trascinavano il Milan a vincere due Champions’ League, l’Inter si mangiava le mani guardando le tracce inesistenti lasciate dalle contropartite Guglielminpietro e Francesco Coco.
Altre volte i cambi si sono rivelati sostanzialmente equilibrati, ma tutti raramente hanno visto i nerazzurri favoriti. Il film sembrava dovesse ripetersi anche quest’anno, quando ad Agosto a Milanello è approdato Giampaolo Pazzini, liquidato dall’Inter ed estromesso dal progetto tattico di Andrea Stramaccioni. Ad Appiano Gentile, nel frattempo, giungeva l’istrionico Antonio Cassano, oltre a un conguaglio economico, e la non lusinghiera previsione di Galliani su come l’attaccante pugliese sarebbe stato la rovina di tutta la squadra nerazzurra.
Fantantonio cerca allora nelle prime due giornate di far rimangiare queste affermazioni al diretto interessato, ma, nonostante un gol e un assist all’attivo, le prime pagine sono tutte per il “Pazzo” Pazzini, autore a Bologna di una tripletta, che sembra agire sul Milan come il bacio del principe sulla Bella Addormentata. Ma, per rimanere in tema di fiabe, come per magia l’erede dell’11 rossonero di Ibra svanisce nel nulla nelle successive partite, mentre Cassano, lavorando come l’industriosa formica, con altri 3 gol (curiosamente tutte reti del 2-0 a Torino, Verona e in casa contro la Fiorentina) si prende una parziale rivincita, conquistando opinione pubblica e tifosi.
Per lui si torna a parlare di Nazionale, perchè quando gioca così è pur sempre il migliore. Adesso Antonio, complice anche le assenze di Sneijder e Palacio, è la luce dell’Inter; l’unico in grado di creare qualità nel reparto offensivo. In Via Durini, per una volta, gongolano; in Via Turati cercano di pensare ad altro. Ce lo conferma Galliani che, quasi certamente mentendo, dichiara di non aver visto la partita dell’Inter e di pensare solo allo Zenit e alla stracittadina. Difficile crederci; più facile pensare che, in ottica derby, la grande speranza della gente rossonera sia di non essere sconfitti da un gol di Cassano. E lo stesso vale per gli interisti (con Pazzini). Non è la prima volta e non sarà l’ultima: continua il gioco di speranze e illusioni tipiche degli scambi sulle rive dei Navigli.