Home » L’isola che non c’è

Roberto Baggio, Giuseppe Signori, Marco Di Vaio. E poi? E poi c’è Alberto Gilardino, il nuovo idolo di Bologna, il bomber ritrovato. Ha fatto più gol nelle ultime quattro partite dei rossoblu che nell’anno e mezzo precedente: forse non è una coincidenza, forse il capoluogo emiliano è davvero un Paradiso terreste per gli attaccanti.

A vedere il Gilardino di oggi viene quasi un tuffo al cuore, il déjà vu è istantaneo. Se il biellese gioca così è ancora tra i più forti dell’intero campionato, perché quando protegge la palla nessun difensore gliela leva e perché sotto porta non perdona. L’Emilia, tra l’altro, gli porta bene a prescindere dal colore della maglia: prima di questa avventura, infatti, ci furono le tappe di Piacenza, che segnò il suo esordio tra i professionisti, e Parma, la città della consacrazione. Ma i paragoni con Bologna non sono assolutamente accetti. Quella è l’isola, l’isola che non c’è.