A Torino con furore… e con un’arma in più. Un’arma sempre letale nelle primissime partite di questa stagione: Pablo Daniel Osvaldo, “l’animale” come l’hanno definito a turno Totti e Zeman. Il marcantonio di Buenos Aires sembra il giocatore ideale per gli schemi del tecnico boemo, perché sa adattarsi in tutti i ruoli dell’attacco e perché sotto porta difficilmente sbaglia. E’ bravo a prendere la profondità, segna in acrobazia, di testa e di rapina; nei contrasti sa fare valere il suo fisico e, cosa più importante, è molto calato nel progetto.
Nelle partite contro Bologna e Sampdoria la sua assenza è pesata come un macigno. Basta dare un’occhiata ai forum dei tifosi giallorossi per rendersi conto di quanto Osvaldo sia stimato dalla piazza romana: “Se c’era Er Mitralleta ne facevamo dieci”, “So tutti morti, ridatece Osvaldone”. Questo il tenore dei messaggi. Perciò, nonostante la gara di stasera sia di una difficoltà estrema, Totti e compagni hanno validi motivi per sperare nel colpaccio. C’è “l’animale”, sognare è più facile.