La coerenza di Francesco: ubi maior

Patti chiari, amicizia lunga. Il vecchio detto riassume in maniera esaustiva l’episodio che ha catalizzato la settimana dell’Udinese, vale a dire il litigio tra l’allenatore Francesco Guidolin e il capitano Antonio Di Natale. Le versioni sono state diverse: lite privata, screzio davanti ai compagni, allontanamento di Totò dal campo di allenamento; la sostanza però non cambia. Il faccia a faccia c’è stato Venerdì, e il tecnico di Castelfranco Veneto è stato il primo a confermarlo nella conferenza di Sabato prima della gara contro il Genoa.

Come un allenatore deve fare in questi casi, il pacato Francesco ci ha messo la faccia e non si è tirato indietro di fronte alle curiosità della stampa, per il bene dell’intero gruppo. Di Natale è stato escluso dalla lista dei convocati per la partita contro il Genoa, e andarlo a spiegare non è cosa facile. A Totò non ci si può rinunciare a cuor leggero: lui è l’anima dei bianconeri; lui è l’unico rimasto al suo posto mentre tutti gli altri -Sanchez, Inler, Handanovic, Asamoah e Isla- continuavano a lasciare il Friuli. Lui è semplicemente il più forte della squadra, oltre che autore di tre gol nelle ultime 4 gare.

Il mister dei friulani lo sa più che bene, ma il gruppo trascende il singolo, sia esso il terzo portiere o il capitano. In un’annata così difficile, come sottolineato dallo stesso Guidolin, la serenità del gruppo è di primaria importanza. In un momento non brillante cedere al nervosismo sarebbe deleterio. Per questo l’applicazione del regolamento interno non può essere mai e poi mai disattesa. Di Natale resta fuori, e le certezze sono due: la “rottura” sarà sùbito sanata perchè il rapporto tra i due è come quello tra un padre e figlio, e che Totò tornerà già Giovedì ad Anfield più motivato che mai a regalare altri gol e altre vittorie alla sua gente. Senza isterismi, ma con la lucidità che un capitano deve sempre mantenere.