Palermo e Catania, le due facce della Sicilia
Solo 5 giornate trascorse, e nella Sicilia calcistica c’è chi gioisce e chi si avvilisce. Catania e Palermo: così vicine geograficamente, così lontane in classifica. E alzi la mano chi, a inizio anno, avrebbe previsto questo scenario dopo soli 450 minuti giocati. I rossazzurri di Pulvirenti avevano perso Montella, scappato a Firenze, mentre il Palermo si affidava al duo Perinetti–Sannino, preso in blocco dal Siena. La Toscana, in qualche modo, nel destino delle compagini dell’isola Trinacria.
Il campo ha raccontato però una storia completamente diversa: gli etnei hanno trovato in Maran un allenatore preparato e già pronto per la A. Il tecnico di Trento ha avuto il buon senso di continuare sul sentiero tracciato da Montella, e la sua truppa italo-argentina gli ha dimostrato di sapere il fatto suo. Lodi, Almiron, Legrottaglie, Gomez, Bergessio e Barrientos fanno sognare i tifosi catanesi, con 8 punti conquistati e settimo posto provvisorio. A Catania la differenza la fanno la continuità del progetto e la forza della programmazione. Da Lo Monaco a Gasparin, la musica non è cambiata, e non a caso il cambio d’allenatore è stato praticamente indolore.
Il vulcanico presidente (futuro ex) del Palermo avrebbe molto da imparare sull’altra realtà siciliana, che cresce in maniera direttamente proporzionale al calo dei rosanero. Calo non casuale, frutto invece della mancanza di continuità e programmazione. I tanti esoneri e cambi dirigenziali di Zamparini hanno reso il Palermo un ambiente ostico e desolato in cui sviluppare qualsivoglia progetto tecnico-tattico. Il ritmo degli stravolgimenti del suo numero 1, dettato da ambizioni non corrispondenti alla realtà, è incalzante, e continua a mietere vittime: ultime Sannino e Perinetti.
Il DG ex Siena è ancora al suo posto, ma il ribaltone del pomeriggio sembra segnare il suo futuro. Zamparini ha detto che si farà da parte -il motivo ufficiale sarebbe la maggior attenzione da dedicare alle sue imprese e al suo movimento per i cittadini- e ha inserito Pietro Lo Monaco nell’organigramma societario come Amministratore Delegato. Un altro colpo di scena: proprio Lo Monaco da Catania, per assomigliare al Catania. Ci riuscirà il Palermo? Quanto durerà questo “interregno”? Le parole di totale stima e fiducia del vulcanico Maurizio non convincono a pieno, e non è un caso per un personaggio la cui coerenza è stata ripetutamente smentita. Nel frattempo il Palermo Calcio è a serio rischio: se il Siena vince stasera, si ritrova ultimo, e con questi presupposti anche lo spettro della B non è più così lontano. Zamparini spera che Lo Monaco sia la pedina decisiva, ma rischia di essere solo uno dei tanti pallini nel pallottoliere sulla scrivania del suo presidente.