Quel 3 che fa tendenza

Nella serata in cui la Juventus offre una duplice chiave di lettura al campionato, dalle parti del Naviglio si prepara una rivoluzione tattica. Ma ritorniamo per un attimo alla gara di Firenze, dove i bianconeri hanno finalmente dimostrato di possedere un lato vulnerabile. Esaminando il match solo da questa prospettiva, gli amanti dell’equilibrio possono trarre indicazioni positive per il proseguo del campionato. Vuoi vedere che sarà lotta fino all’ultimo?

D’altro canto è giusto analizzare il dato più saliente: il punteggio. Pur giocando male e subendo l’avversario per 90 minuti, i bianconeri hanno portato a casa 1 punto. La striscia di gare utili consecutivi si allunga così a 44. Numeri da capogiro, sintomi di una netta supremazia tecnica e mentale. E se non dopo una prestazione così, quando la Juventus comincerà a lasciare qualcosa per strada?

Alzi la mano chi non si è riempito gli occhi con la Fiorentina di Vincenzo Montella, che si schiera con il 3 – 5 – 2, gioca un calcio bellissimo e non butta mai via un pallone. Il centrocampo è pieno di architetti, la difesa è guidata da marcatori arcigni e sulle fasce svolazzano cursori dai polmoni infiniti. Per soffocare il 3 – 5 – 2 juventino, del resto, ci vuole qualcosa di veramente valido. Chissà cosa ne avrà pensato Walter Mazzarri, da molti indicato come il primo rivale di Antonio Conte per la corsa al titolo. Sotto il Vesuvio avranno osservato con piacere due grandi squadre che, con due anni di ritardo, partono da una base difensiva che il San Paolo ama ormai alla follia.

Il prossimo iscritto all’elenco dei Treisti? E’ Andrea Stramaccioni, 36 anni, allenatore dell’Inter. Per curare i mali del suo equipaggio, il timoniere romano ha scelto di guardare il mondo da un’altra prospettiva e di riformulare un assetto tattico che in casa nerazzurra evoca solo brutti ricordi. Sarà all’altezza delle illustri rivali? I difensori a sua disposizione hanno già affrontato esperienze simili in passato e gli esterni, Jonathan e Pereira in primis, sembrano molto adatti al tipo di gioco. Qualche dubbio lo suscitano centrocampo e attacco, ancora alla ricerca di equilibri stabili.

Alberto Zaccheroni diceva che chi interpreta alla perfezione un modulo imperniato sulla retroguardia a 3, non necessita nemmeno del portiere. Gli ultimi anni di calcio italiano ci insegnano che per convertirsi con successo a questo sistema bisogna avere due esterni abili in entrambe le fasi e bravi ad allungare la squadra, un centrocampo misto di palleggiatori e corridori e una difesa affiatata e rapida. Il resto lo fanno i calciatori e nessuna combinazione di numeri determina il risultato. Poi, certo, 3 è il numero perfetto, 3 è il numero dantesco, 3 è il numero dei proverbi e dei figli che ogni coppia desidererebbe in origine; 3, come diceva una vecchia pubblicità, è un Magic Number. 3, da stasera, è ufficialmente il numero di Andrea Stramaccioni e del nuovo corso del calcio italiano. E non importa se le big d’Europa si affidano a formule più collaudate: chi fa da sé, fa per 3…