Home » C’era una volta l’abbonato

Da luglio sono partite come ogni anno le campagne abbonamenti delle società per i propri tifosi. Sempre più difficile per le squadre riuscire a portare i tifosi allo stadio, colpa di impianti vecchi, a volte poco sicuri e trasandati. A questo possiamo aggiungere altri disincentivi per il pubblico come la nascita della tessera del tifoso, l’orario spezzatino del campionato, i continui fatti di violenza ed il calcio scommesse.

Diventa quindi arduo invogliare a presenziare il tifoso durante la partita, senza calcolare che molti di loro sono stati ormai sedotti dalla pay-per-view che offre maggiore libertà e praticità per l’individuo, a prezzi concorrenziali rispetto all’ abbonamento.

Quindi è chiaro e ragionevole il calo di abbonati che sta colpendo il calcio italiano in questi anni. Di fronte al problema molte società hanno saputo rinnovarsi, sfornando espedienti alternativi per spronare il pubblico a seguire la propria squadra dal vivo.

Dalla Serie A alla Lega Pro ogni squadra a proprio modo ha cercato di attrarre i tifosi. La pratica più comune è stata quella di mantenere o abbassare i prezzi rispetto all’anno precedente. Quasi tutte infatti optano per forti sconti ad alcune categorie: “donne, over 65 o under 14”. Come Lazio e Palermo che offrono abbonamenti a prezzi stracciati per i bambini, consci che un bambino allo stadio poi non verrà da solo, ma accompagnato dai genitori.
L’Alessandria invece si avvicina alle donne, proponendo uno sconto del 50% per chi sottoscriverà l’abbonamento con la moglie o la fidanzata. Qualche altra società complice la crisi, ha introdotto il pagamento dilazionato.

Altre invece hanno attivato iniziative correlate alla sottoscrizione dell’abbonamento. Ad esempio il Bologna propone con un’ aggiunta in denaro al prezzo della tessera, la possibilità di richiedere un cellulare o un voucher spendibile in viaggi. L’Atalanta ai tifosi tesserati mette a disposizione i mezzi pubblici gratuitamente il giorno della partita. Il Torino con la tessera “ToroLife”, permette ai propri sostenitori di seguire da vicino la squadra durante il giorno del match, mentre l’Udinese attraverso un concorso darà la possibilità di fare un allenamento con la prima squadra. L’ Inter cercando di evitare imbarazzanti vuoti a San Siro temendo lo scarso appeal di Europa League e Coppa Italia regala ai sostenitori l’ingresso omaggio per le coppe in caso di sottoscrizione.

Singolare ed economica l’iniziativa del Como che ha chiesto a dei volenterosi sostenitori di occuparsi durante l’estate di alcuni lavori allo stadio Sinigaglia per risparmiare. Per contro la Società li ha premiati utilizzando, per la campagna abbonamenti, la loro foto posizionati in campo con lo slogan “orgoglio lariano”. Chissà se poi questi laboriosi tifosi si sono poi effettivamente abbonati.

Ci troviamo davanti quindi ad una caccia all’abbonato, dato che i dati negli ultimi anni evidenziano come l’usanza di seguire la propria squadra del cuore dal vivo sia sempre più in disuso. Forse per attirare il tifoso allo stadio piuttosto di sbizzarrirsi in nuove trovate per solleticare ed incentivare i sostenitori, bisognerebbe cambiare concettualmente l’approccio delle società al pubblico. Investire sulla struttura piuttosto che sugli spettatori, creare quindi stadi che non siano solo composti da campo e gradinate. Ma questo è un altro discorso e va trattato con calma, un consiglio, però alle società lo darei, ma perché nessuna società chiede ai propri tifosi consigli su come vorrebbero il proprio stadio?