Home » Il punto sulla Serie A: giornata 4

E’ una Juventus “schiaccia sassi” quella di questo inizio di stagione. La squadra di Conte è l’unica delle pretendenti al titolo a non subire una battuta d’arresto nella gara post turno infrasettimanale europeo e vince anche contro il Chievo, per due a zero. Si fermano, invece, sia Napoli che Lazio che hanno, rispettivamente, pareggiato a Catania e perso in casa contro il Genoa. Ancora male le due milanesi, entrambe sconfitte: una a Udine, il Milan, e una in casa contro il Siena, l’Inter.

Ma partiamo dai campioni in carica della Juventus che, dopo sole quattro giornate, provano ad andare in fuga, essendo ancora a punteggio pieno. Napoli e Lazio sono ora distanti due e tre punti, per non parlare delle due squadre di Milano distanziate di sei e di nove lunghezze. La squadra di Conte non conosce ostacoli e, nonostante un ampio turnover che ha visto partire titolari i vari Lucio (esordio stagionale per lui), Giaccherini, Pogba, Isla e Quagliarella, affronta il Chievo con lo spirito di sempre. Qualche difficoltà in più nelle solite geometrie, dettata anche dalla mancanza di Vidal e Pirlo in mezzo al campo, ma le riserve non hanno fatto sentire più di tanto l’assenza dei titolari. Ed è stata proprio una delle riserve, presunta riserva, a questo punto, viste le prestazioni fornite a Londra e sabato sera a Torino, a risolvere la partita con una splendida doppietta: Fabio Quagliarella. Primo gol in semirovesciata sugli sviluppi di un calcio d’angolo e secondo con un bel piatto destro piazzato alle spalle del pur miracoloso Sorrentino. Juve comunque mai in affanno e Chievo mai seriamente pericoloso, più per meriti avversari che demeriti propri. Se il buongiorno si vede dal mattino, su questo campionato avremo davvero poco da discutere.

Ci mette del suo, invece, la Lazio, che perde in casa contro il Genoa. I biancocelesti di Petkovic, pur senza Klose, Mauri e Dias e con la coppia Kozak-Zarate in avanti, dominano la partita, lasciando ai rossoblu di De Canio solo qualche sporadica ripartenza. Non è bastato un Hernanes in serata ispirata a trovare la via del gol (soltanto una traversa per lui, ad inizio ripresa) e nemmeno il tardivo ingresso di Klose, che ha fatto gridare al gol i tifosi all’Olimpico appena un minuto dopo la sua apparizione sul campo da gioco. E’ successo che, invece, il Genoa ha trovato un insperato quanto prezioso gol con Marco Borriello, bravo a capitalizzare, su una veloce ripartenza, uno dei pochi palloni giocabili che gli sono capitati. La Lazio è inciampata su quello che forse è l’unico difetto annunciato di questa rosa: la poca qualità dei rincalzi. Zarate ha sprecato l’ottima occasione che Petkovic gli ha dato, giocando una partita più per sé stesso che per la squadra. Unica nota positiva della serata, il buon esordio in maglia biancoceleste di Ciani, possente e attento difensore prelevato dal Bordeaux.

Non fa molto di più il Napoli a Catania, dove riesce nell’impresa di pareggiare zero a zero pur giocando tutta la partita in superiorità numerica, a causa dell’espulsione di Alvarez dopo due soli minuti di gioco. Rispetto alla Juventus, e così come la Lazio, la squadra di Mazzarri ha dei difetti congeniti, a cui non si trova un rimedio. Quando il Napoli gioca contro squadre molto chiuse, che non lasciano spazi e che lo obbligano, di fatto, a fare la partita e a non poter giocare in contropiede, va in difficoltà, non trova sbocchi. Questo, sostanzialmente, è successo ieri al Massimino con la squadra di casa che, anzi, è riuscita nel finale a rendersi pericolosissima due volte con Gomez. Ci sono voluti prima i riflessi di De Sanctis e poi il palo per evitare una sconfitta che avrebbe avuto del clamoroso. Ancora rimandato il Napoli che sembra non riuscire a coniugare il doppio impegno in Italia e In Europa.

Chi invece non vince né in Italia e né in Europa, sono le due milanesi. L’Inter perde in casa due a zero contro il Siena e allunga la “maledizione San Siro”, che non vede vincere le squadre di casa dalla fine della scorsa stagione, mentre il Milan perde a Udine per due a uno, finendo la partita addirittura in nove uomini per le espulsioni di Zapata e Boateng.
L’Inter di Stramaccioni, che tanto si era arrabbiato per l’aggettivo “provinciale” dato al gioco dell’Inter dopo la vittoria a Torino sui granata, è stata battuta da un Siena che più provinciale non si poteva. Difesa rocciosa, aggressività, ripartenze e cinismo sotto porta. Cosmi sta riuscendo nell’impresa di forgiare i bianconeri ad immagine e somiglianza del suo carattere e, visto il miracolo quasi riuscito la scorsa stagione con il Lecce, non è detto che questa volta l’impresa non gli riesca sul serio. Vergassola e Valiani puniscono dei nerazzurri, con il capitano Zanetti in panchina per scelta tecnica, poco incisivi e poco determinati a ricercare la vittoria, con un Milito apparso davvero lontano dai suoi picchi di forma. Forse il mancato acquisto di un degno vice per l’argentino incomincia a farsi sentire, visti gli impegni così ravvicinati tra loro.

Il Milan, che comunque a parer nostro è messo peggio dei cugini, che perlomeno possono contare su una rosa di una discreta qualità, esce con le ossa rotte da Udine. Allegri, a cui in serata è stata ribadita la fiducia da parte della società, ha provato a cambiare modulo giocando con un 4-3-3 e inserendo giocatori poco utilizzati finora come Zapata, Mesbah ed Emanuelson, ma l’unico a beneficiarne è stato Stephan El Shaarawy, autore dello splendido gol del momentaneo pareggio. Troppo poco, però, per portare via da Udine i tre punti che avrebbero risollevato umore e classifica, specie se in difesa le amnesie sono così continue e frequenti. Basti guardare il pasticcio tra Abbiati e Mexes in occasione del vantaggio bianconero e il fallo da rigore, con relativa espulsione, di Zapata su Di Natale, che ha di fatto portato la vittoria tra le braccia dei friulani. Il lato positivo, a voler essere ottimisti a tutti i costi, è uno solo: peggio di così non si può fare, il Milan potrà solo che migliorare. Ma Allegri si sbrighi, la Juve è già lontana 9 punti e anche le altre non sono poi così vicine.