Il “Pagellone” della 4ª di Serie A 2012/2013
Se siete stanchi delle solite pagelle, ecco la Serie A come non l’avete mai letta prima. Dai ‘300’ punti di sutura inflitti da Serse all’Inter al May-Day lanciato dal nostro calcio, il tutto passando per il ‘Ribelle’ bianconero e la “iella” biancoceleste. Un breve riassunto della 4^a giornata del campionato di Serie A 2012-2013 riletta in chiave satirica.
VOTO 10 al SIENA: La vittoria con l’Inter e la quota 0 in classifica che si avvicina. Che di questi tempi tocca accontentarsi, tra una penalizzazione e l’altra, mentre Serse tiene fede al nome e vive un pomeriggio da semidio conquistando San Siro. E pensate al povero Strama, quello che pensava di vincere giocando in casa, nemmeno fossimo alle Termopili, quando di fronte si è trovato 11 Achemenidi e in trincea un branco di giovani sbarbatelli impauriti. Questa volta son 300… punti di sutura. LA PERSIA TRIONFA… SIENA, PARDON…
VOTO 9 a FABIO QUAGLIARELLA: novello Merida (si, la rossina del nuovo cartone della Disney), pronto ad andare contro le tradizioni e il Chievo tradizionalmente ostico. Due frecciate a Sorrentino in campo e una a chi lo voleva finito in conferenza stampa. E poco importa se non si è vinta la gara di tiro con l’arco o non si diventa principi del regno, quando riottenere l’affetto di chi ti sostiene e la possibilità di decidere per te il tuo futuro sono conquiste ben più importanti. Nemmeno fosse stato guidato dai fuochi fatui… RIBELLE, THE BRAVE…
VOTO 8 a SEBASTIAN FREY: I miracoli con la Lazio e la beatificazione prossima. Che poi mi dovete illuminare sul perchè uno così non debba giocare in una squadra che lotti per il titolo, o per l’Europa dei Campioni, quando altri sfarfallano a destra e a manca e ottengono consensi. Già, spiegatemelo voi perché io non lo capisco… ASTRUSITA’…
VOTO 7 all’UDINESE: Ma anche un po’ a Guidolin, principale artefice di questa impresa bianconera. Che in fondo è un po’ come risolvere i rebus sapendo già la soluzione. Ma si, dai, provate anche voi. Zapata + Mexes, 8 lettere… Può significar solo una cosa… DISASTRO…
VOTO 6 a ROLANDO MARAN: Sarà per via del capolavoro tattico, dei demeriti del Napoli, dei meriti dei tuoi o della fortuna, ma se pareggi in 10 una partita che per tutti dovevi perdere in 11, beh qualcosa di buono secondo me l’hai fatto. Così buono che si sta già leccando i baffi, tentando di nascondere il sorriso, tentando di nascondere i propri gioielli, prima che altri glieli freghino… FURBETTO…
VOTO 5 alla LAZIO: Alla faccia della fortuna che è cieca e aiuta gli audaci, mentre qui la sfiga ci vede benissimo e aiuta gli altri. Dicevano “aiutati che Dio t’aiuta”… Si, ok, però adesso glielo andate a dire voi, a Petkovic, che 23 tiri non bastano per vincere mentre 1 è sufficiente per perdere. Io non vado sicuro… IELLA…
VOTO 4 al NAPOLI: Non è che a Catania ci fosse bisogno di giocare come il Barcellona, o come il Brasile, tanto per intenderci, però siccome ti pagano un minimo di voglia sarebbe ben accetta. Vi sembra chiedere tanto?… SVOGLIATI…
VOTO 3 a CRISTIAN ZAPATA: Storie di ex che tornano sperando di non tornare nel dimenticatoio e di ex che piangono non facendosi rimpiangere. Poi c’è la storia di quello che si aggrappava ai tormentoni per giustificarsi senza accorgersi di diventar tormenta per chi l’ascolta, ma questa ve la racconto la prossima volta. Pardon, ce l’ha già raccontata lui. VITTIMISMI…
VOTO 2 ai RIGORI SBAGLIATI: Da Valdes a Diamanti passando per Jovetic, questa volta. Sarà anche vero che è una lotteria e che di sbagliare possa capitare a tutti, ma certe badilate non si vedevano dai tempi di Rava, o dell’aratura. A scelta… CONTADINATE…
VOTO 1 alle MILANESI: Nel senso di Milan e Inter, per carità, s’intende. Tra gente che mette la faccia, quando rischia di prender schiaffi anche sull’altra guancia, e gente che vede miglioramenti, quando sarebbe più opportuno guardasse la classifica, sarebbe meglio che tutta ‘sta tranquillità s’iniziasse a lasciarla ad altri. A quelli che stan là in alto, per esempio, mentre qua si sta come d’autunno, sugli alberi, le foglie. UNGARETTIANI…
VOTO 0 a MASSIMO CELLINO: Ci sono cose che cambiano, altre meno. Sono cambiati, ad esempio, gli scenari in vista di Cagliari – Roma per la prefettura dopo l’insensato appello di Cellino. Non cambia invece pagina la federazione, pronta a scrivere l’ennesimo capitolo da antologia sullo stato ormai catatonico e grottesco in cui versa il nostro calcio. Mentre tutti si affannano a difendere la propria posizione, nell’accezione di poltrona, sia chiaro, il rischio maggiore è quello di non accorgersi dell’evidenza. Il guaio più grosso non è che la nostra classe dirigente sia la più vecchia d’Europa, bensì che sia la nostra… MAY-DAY…