Giunto nel capoluogo abruzzese quest’estate nello scambio di portieri tra Padova e Pescara (con Anania alla corte di Fulvio Pea), il prode Ivan è tornato in una squadra di Serie A dopo tante peregrinazioni. Strana storia quella di Pelizzoli, uno dei tanti talenti “bruciati” dall’eccessiva pressione -mediatica e non- a cui spesso soccombono le giovani leve della penisola. Esploso nell’Atalanta nella stagione 2000/2001, viene acquistato dalla Roma neo Campione d’Italia. Il tanto entusiasmo intorno al ragazzo, il solito accostamento a Gigi Buffon, il calore della piazza giallorossa forse lo condizionano in negativo. Accolto da eroe, infatti, il povero Ivan lascia la capitale dopo 4 stagioni incerte, che ne segnano il prosieguo della carriera. Con la beffa di essere ricordato, oggi, a Roma, grazie alle battute di Maurizio Battista, come il “portiere che non sapeva di poter usare le mani“.
Dopo una parentesi a Reggio Calabria, Pelizzoli abbandona l’Italia per la Russia, ma ormai con l’età che avanza diventa sempre più difficile tornare sulla cresta dell’onda. Dopo aver masticato amaro per qualche anno in Serie B, a Padova viene scavalcato nelle gerarchie da un ragazzino terribile: tale Mattia Perin, latinense classe 1992. Lo ha ritrovato anche a Pescara, ancora avanti nelle gerarchie. Vero: non è bello essere secondo portiere, ma a volte gli episodi ti premiano.
In pieno stile Abbiati in Milan-Perugia (di quel lontano 17 Gennaio 1999), Pelizzoli ha sostituito oggi Perin e ha subito stregato dal dischetto uno specialista come Diamanti. Non contento, si è ripetuto bloccando d’intuito un diagonale di Gilardino a botta sicura pochi minuti dopo. Stroppa e il Pescara devono ringraziarlo per il primo punto del campionato. Che il momento di catarsi sia arrivato? Perin ora deve stare attento: ritornare titolare in A dopo 5 anni è un’occasione che Ivan non vorrà sprecare mai.