Cronache dalla Russia: caos totale in casa Zenit
Bufera in casa Zenit. Denisov e Kerzhakov retrocessi nella squadra riserve. Non è mai una scelta felice quella di farsi la guerra in casa, e non la prima volta che lo Zenit manda dei giocatori nella squadra “Dubl”, come direbbero in Russia. Ma stavolta la faccenda è grossa, per il numero e l’entità dei giocatori coinvolti.
Andiamo con ordine, Igor Denisov non è stato convocato per la sfida di Samara. Perchè? Secondo Spalletti non era giustamente motivato. Una forzatura evidente. All’intervallo, invece, viene a sorpresa bocciato Kerzhakov, per far spazio a Bukharov. Scelta sospetta. E a fine giornata entrambi vengono spediti nella squadra riserve.
A Denisov e ad altri russi (pare centrino Malafeev, il cui rinnovo è in stand by da tempo, Bystrov e Anyukov, inguardabile nelle ultime uscite) non è andato giù lo stipendio dei nuovi arrivati, soprattutto quello di Hulk. Il mediano, appena insignito della fascia di capitano da Fabio Capello, asserisce di non essere inferiore a uno che con lo Zenit ha ancora tutto da dimostrare: per la cronaca fu lui il marcatore decisivo a Manchester, quando lo Zenit nel 2008 vinse la coppa Uefa. Si è andata invece chiarendo la posizione di Kerzhakov questa mattina; l’ex attaccante della Dinamo, che per tornare a San Pietroburgo si dimezzò l’ingaggio e che ha appena rinnovato con un ritocco fino al 2016, non ha fatto polemica sulla questione stipendi, ma ha soltanto appoggiato l’amico nella sua battaglia. Una questione di principio più che altro, che costa cara sia lui che alla squadra.
Due elementi fondamentali, sperando che non se ne aggiungano altri, che lo Zenit non può perdere, alla vigilia di tre sfide pesanti con Baltika, Lokomotiv e Milan. I tifosi sono divisi: questi giocatori hanno fatto vincere tanto alla squadra, ma così facendo non vogliono il bene della stessa.
Stamattina i due si sono allenati con la squadra riserve, mentre Criscito ha avuto modo di tornare col gruppo. Non sono i primi grandi esclusi. Nell’era Spalletti già il possente turco Fatih Tekke fu silurato ancora prima di iniziare, mentre Danko Lazovic ha pagato caro le sue abitudini esagitate. Ma stavolta la questione è diversa, e gli uomini in causa sono diversi. Dura dire come finirà, quel che è certo è che lo spogliatoio si deve ricompattare, perchè altrimenti la reazione vista a Samara nel finale potrebbe essere soltanto un fuoco di paglia.