E’ Mauri il Mister X del tesoro svizzero
Caccia finita. E’ Stefano Mauri il mister X accusato di riciclaggio dalla Procura di Berna-Mittelland: sarà sentito venerdì pomeriggio a Cremona dal gip Guido Salvini, alla presenza del procuratore Roberto di Martino.
Caccia finita. E’ Stefano Mauri il mister X accusato di riciclaggio dalla Procura di Berna-Mittelland: sarà sentito venerdì pomeriggio a Cremona dal gip Guido Salvini, alla presenza del procuratore Roberto di Martino. Un interrogatorio richiesto dagli inquirenti svizzeri con una maxi rogatoria che aveva sorpreso gli investigatori italiani per la mole di documenti richiesti: una buona parte degli atti (migliaia e migliaia di pagine, comprese le intercettazioni) dell’inchiesta sul calcioscommesse iniziata da circa un anno e mezzo. A Mauri gli svizzeri sono arrivati in modo abbastanza semplice: il conto sospetto, sul quale sarebbero transitate somme di denaro importanti, è infatti intestato ai genitori del capitano della Lazio. Giudicato molto sospetto soprattutto un versamento di 100 mila euro effettuato con un bonifico anche se la data non coinciderebbe con quelle dell’inchiesta sul calcioscommesse. Su questo e su altro dovrà fornire spiegazioni il centrocampista. E non toccherà soltanto a lui.
Altri interrogati — Oltre a Mauri, infatti, il gip Salvini interrogherà sempre venerdì anche il portiere Marco Paoloni, arrestato nella prima fase delle indagini (il primo giugno 2011), ma che ha sempre negato qualsiasi accusa: “Ho millantato tutto: non ero a conoscenza di nessun tarocco. Ho agito così per i debiti accumulati a causa delle scommesse, una vera malattia”. Difficile capire quale punto d’incontro ci possa essere con Mauri se non quello di fare parte della stessa inchiesta. Sabato, invece, toccherà a Matteo Gritti, ex portiere del Bellinzona, arrestato come Mauri lo scorso 28 maggio. Gritti aveva rivelato alla Procura di Cremona di aver subito minacce (“Ti spariamo alle gambe”) da parte di Ilievski, considerato il capo degli slavi, per essersi rifiutato di “esportare” in Svizzera il sistema italiano delle combine. Una versione che però non aveva convinto del tutto il pubblico ministero.
Da Londra a Cremona? — Entro questa settimana potrebbero anche esserci altri due interrogatori: la rogatoria arrivata da Berna conteneva la richiesta di sentire in tutto cinque persone. L’attenzione è però tutta rivolta su Mauri, arrestato il 28 maggio perché ritenuto, in concorso con altri giocatori e con i vertici dell’associazione criminale, responsabile delle combine Lazio-Genoa 4-2 e Lecce-Lazio 2-4 del campionato 2010-11. Il giocatore si è sempre proclamato innocente, negando ogni contatto e ammettendo solo di aver utilizzato una scheda criptata (intestata alla fidanzata di un titolare di un’agenzia di scommesse) per effettuare delle puntate sul basket americano proprio nel periodo in cui si erano giocate le due partite sospette. Adesso la sua posizione si fa molto delicata, visto che si raddoppiano i fronti aperti con la giustizia: oltre all’accusa di riciclaggio, il pm di Martino utilizzerà l’indagine svizzera per spulciare il conto sospetto, alla ricerca di eventuali soldi frutto delle combine. Le novità svizzere, infatti, rafforzano la pista ipotizzata a Cremona: il calcioscommesse è gestito da un’organizzazione “transnazionale” in grado di spostare capitali importanti da una parte all’altra del mondo, poi utilizzati per alterare i risultati. E sono proprio i giocatori, per ovvie ragioni, il terminale di questo giro d’affari. Mauri giovedì potrebbe giocare a Londra in Europa League contro il Tottenham e il giorno dopo presentarsi dai magistrati di Cremona: di sicuro sarebbe un spot non positivo per il calcio italiano.
[Gazzetta dello Sport]