Un pensiero va, poi, a Fabio Capello e José Mourinho, due allenatori che lui considera maestri, e ritiene siano stati fondamentali ai fini della sua crescita. Lo svedese precisa: “Capello appartiene alla scuola tradizionale, mi diceva che non segnavo abbastanza e che per lui l’essenziale era fare gol, non giocare bene. Mourinho, invece, appartiene alla nuova generazione e ti chiede anche di giocare bene. Questa è l’unica differenza tra i due”
Infine, torna a parlare degli obiettivi stagionali del PSG. Sembra non essere più ossessionato dalla Champions League, focalizzando l’attenzione principalmente sul campionato: “Un torneo difficile, non meno di altri campionati, e dal punto di vista fisico tutti i giocatori sono possenti come me, non me l’aspettavo e mi ci devo abituare. E poi tutti ci vogliono battere. La gente vuole che il Psg fallisca. Ma questo atteggiamento mi stimola ancora di più. Per noi è importante vincere il campionato. Poi prendiamo le partite una alla volta in Champions, dove il Psg manca d’esperienza, anche se non vuol dire che non possiamo credere in noi stessi“.